Uffici Centrali: THE SHOW MUST GO ON

Roma -

Non occorreva avere la sfera di cristallo per prevedere che, al di là dei proclami, la riorganizzazione delle strutture centrali dell'Agenzia delle Entrate si sarebbe risolta in una operazione per nulla trasparente, poco (o nulla) attenta a garantire maggiore funzionalità agli uffici, e soprattutto mortificante per la professionalità dei lavoratori.

Queste criticità, nel silenzio pressoché generale delle altre OO.SS, l'USB le ha sempre evidenziate negli incontri che sin dall'inizio abbiamo richiesto all'Amministrazione la quale, invece, ha sempre fornito informazioni col contagocce, di fatto cercando di eludere il confronto.

Come O.S. non rinunciamo al nostro ruolo e stiamo avviando un'altra richiesta di incontro per provare ad attenuare gli effetti di una riorganizzazione che sta seminando malcontento e preoccupazione tra i lavoratori.

Sin dall'inizio abbiamo evidenziato che, a nostro avviso, la riorganizzazione guardava alle elezioni politiche del 4 marzo e non certo alla migliore funzionalità della macchina fiscale perché, si sa, sull'immagine del Fisco che si trasmette all'esterno si gioca una parte della campagna elettorale; sin dall'inizio abbiamo evidenziato la schizofrenia di una Amministrazione che sembra un eterno cantiere nel quale non si finisce di portare a compimento un modello organizzativo perché subito se ne prepara il prossimo; sin dall'inizio abbiamo evidenziato che le Direzioni centrali passavano da 10 a 13 con un aumento delle posizioni dirigenziali e con buona pace della spending review che, come è noto, vale solo per i lavoratori; sin dall'inizio abbiamo evidenziato la mancanza di informazioni fornite alle OO.SS e ai lavoratori circa il destino ed il futuro lavorativo.

Il prospetto riepilogativo delle assegnazioni del personale degli uffici centrali fornito alla RSU e alle OO.SS territoriali con dati parziali, insufficienti ed incompleti, è solo la punta di un iceberg di una operazione gestita unilateralmente dall'amministrazione senza dare alcuno spazio al confronto.

Ma poiché l'operazione andava portata a compimento a tutti i costì, dopo mesi in cui le notizie affluivano col contagocce siamo arrivati al 19 febbraio giorno di avvio ufficiale della riorganizzazione.

Poco importa se tanti lavoratori ancora oggi non conoscono nemmeno il nome dei responsabili dei settori e degli uffici delle nuove strutture, poco importa se il malcontento e la preoccupazione continua ad aumentare, poco importa se le professionalità faticosamente acquisite nel corso degli anni sono state mortificate.

Evidentemente si tratta di dettagli trascurabili, perché the show must go on, fino alla prossima riorganizzazione, naturalmente ...