Agenzie Fiscali - Uso del mezzo proprio e riflessioni sullo sciopero

Ennesimo scandalo, ma non perdiamo di vista la potenza distruttiva della manovra-rapina

Roma -

Le Agenzie Fiscali appiedate: è diventato argomento sul quale si dibatte, in questi giorni di conflitto e di confusione. Purtroppo però, lo smontaggio della macchina fiscale è cominciato già da un bel pezzo e su tutti i fronti: norme tributarie sempre meno efficaci (anche questa manovra contiene misure antievasione risibili), aggressione del modello Agenzie proprio quando funzionava bene e durissimo colpo a retribuzioni e incentivi dei lavoratori, giunto al culmine con questa manovra-rapina. Il divieto di usare il mezzo proprio, in un contesto distrutto dalle riorganizzazioni, e condizionato da un Governo che ama l'evasione fiscale perché odia le tasse, è solo una ovvia conseguenza della quale i lavoratori dovrebbero preoccuparsi poco. Poco, almeno rispetto alla valanga che pioverà loro addosso se, o quando, la manovra-rapina varata con il DL 78/2010 verrà convertita in legge. Con quante e quali modifiche dipenderà anche da noi. I lavoratori dovrebbero preoccuparsi di ben altro e casomai, il dibattito sull'uso del mezzo proprio (che tante volte è stato usato come elemento di conflitto, tant'è che si rivendicava il diritto/dovere di non metterlo a disposizione dell'azienda) dovrebbe scaturire nella necessità di chiedere più mezzi di servizio – e magari meno auto blu – e maggiori coperture assicurative o fiscali, come ad esempio la possibilità di acquistare in leasing il proprio veicolo se messo a disposizione della “ditta” oppure di poterne scaricare l'IVA. Perché i “liberi professionisti” sì e i dipendenti pubblici no? Non sarà solo l'autorizzazione all'uso del mezzo proprio a salvare il Fisco o a ridare ai lavoratori gli stipendi rubati.

 

Il punto dunque non è solo questo. Il punto è che la manovra-rapina blocca ogni forma di contrattazione – nazionale e integrativa – per quattro anni. Blocca le retribuzioni individuali al livello del 2010 e già il 2010 è nei fatti un anno bloccato perché i lavoratori hanno percepito, grazie alla triennalizzazione dei contratti, la sola vacanza contrattuale. Quindi, dal 2010 al 2013 sono quattro anni di crescita-zero delle retribuzioni complessive. Il fatto che il vincolo sia complessivo, rende inapplicabili moltissimi istituti contrattuali di II livello, anche perché vorremo vedere chi, ad esempio, firmerà accordi per assegnare risorse al 10% dei lavoratori, lasciando al palo il restante 90% (come accadrebbe alle Entrate). La manovra-rapina trasforma il TFS in TFR per tutti, e ciò comporterà una perdita notevole, se si pensa che nel calcolo del TFR non confluisce la retribuzione accessoria, e a differenza del TFS non si determina sulla base dell'ultima retribuzione ma degli accantonamenti virtuali. Tra l'altro, ogni trattamento di fine rapporto potrà essere erogato a rate annuali se superiore ai 90mila euro. Sempre in tema di pensioni, dove non è intervenuta la manovra ci ha pensato l’Europa, con un sospetto tempismo, ad imporre l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne. La manovra stabilisce, inoltre, che le eventuali progressioni di carriera per i prossimi tre anni avranno effetto giuridico, ma non economico. E molto altro ancora ci pioverà in testa a causa dell'aumento di imposte e tariffe locali, che i Comuni e le Regioni dovranno deliberare perché la manovra strozza pure le loro casse.

 

La manovra deve essere quindi criticata nel suo insieme: guardando il dettaglio si rischia di perdere l'interezza del disegno, che non ci piace affatto. E a noi l'operazione di guardare al dettaglio puzza un po'. Per respingere tutta la manovra, RdB-USB ha indetto lo sciopero generale, lunedì 14 giugno. Per un giorno lasciamo a casa i mezzi e riprendiamoci l'intero che ci vogliono togliere. Per difenderci e per difendere un Fisco efficiente ed efficace che sappia mordere gli evasori e non inseguirli a piedi o con il tram.