Entrate. Le RdB/CUB approfittano della visita a Genova del Direttore dell'Agenzia, Massimo Romano, per ribadire alcune questioni.

Genova -

Riportiamo di seguito il documento che abbiamo esposto e consegnato al Direttore durante l’incontro odierno che si è tenuto a Genova. Il Direttore si è impegnato a fornirci, anche per tramite il Direttore Regionale, risposte alle questioni da noi sollevate. Anche in questo caso, però, abbiamo avuto chiara la sensazione dell’impossibilità di affrontare seriamente alcune questioni che necessitano di quelle scelte politiche che lo stesso Direttore ha ammesso di non poter garantire in alcun modo. Il suo intervento, infatti ha avuto caratteristiche (e non poteva essere diversamente) tecnico-amministrative. Ci è parso di cogliere quindi una volontà di “razionalizzazione” che potrebbe anche comportare, citiamo testualmente, “la cessione di quelle attività lavorative a basso valore aggiunto”… si tratta, crediamo, di quelle attività che il Memorandum sulla Pubblica Amministrazione individua come “no core”… comunque attendiamo risposte e speriamo che siano positive per i lavoratori.

E’ poi notizia di oggi, purtroppo giunta quando l’incontro col Direttore era già terminato, la richiesta da parte di CGIL, CISL, UIL, a livello nazionale, del tavolo di trattativa separato alle Entrate… è chiaro che la parola passa all’Agenzia che deve scegliere se assecondare questa richiesta, assumendosi tutta la responsabilità di moltiplicare i tempi di confronto e aumentare il conflitto, oppure, come già accaduto in altre Agenzie, convocare comunque a tavoli unitari.


Intervento RdB/CUB Liguria in occasione della visita del Direttore dell’Agenzia, 15 maggio 2007.

“Cogliamo l’occasione della sua visita per consegnarle le quasi 700 firme raccolte in Liguria (il 57% del personale delle Entrate) sulla questione comma 165. La normativa riteniamo, e, come vede lo ritengono i lavoratori che rappresentiamo, deve essere radicalmente modificata.

L’epilogo di giovedì scorso, con la firma dell’accordo nazionale per la divisione delle risorse disponibili tra le diverse Agenzie, conferma la nostra analisi, visto che all’Agenzia delle Entrate, per due annualità (2005 e 2006) è stato attribuito persino meno di quanto era accaduto per la singola annualità 2004.

Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, uno dei posti di lavoro maggiori del Paese, in termini di numero di dipendenti e di diffusione sul territorio, e soprattutto nevralgico per l’economia del paese, non può chiamarsi fuori dal dibattito sulle risorse per favorire al lotta all’evasione fiscale.

Ma anche altri sono i problemi. Mentre siamo in attesa di un contratto scaduto da quasi un anno e mezzo, all’interno degli uffici, ci si appresta a rilanciare una “ridicola” rilevazione del clima. Non sappiamo ancora quanto emergerà, ma sappiamo che queste rilevazioni sono spesso condizionate dalle modalità di rilevazione stessa, anonima ma “per modo di dire”.

Il sindacato, che invece non deve avere peli sulla lingua, ha il dovere di sottolineare i problemi che attanagliano quotidianamente lavoratrici e lavoratori. Vogliamo qui riassumerne molto sinteticamente alcuni, senza la pretesa di essere esaustivi:

il continuo aumento dei carichi di lavoro, che rende sempre più difficile raggiungere gli obiettivi;

l’eccesso di polifunzionalità, che porta ad una enorme flessibilità operativa, ma che rischia di inserire elementi di degrado della prestazione, che diviene sempre meno specialistica;

la gestione del salario accessorio, a partire dalla sua costituzione fino alla sua distribuzione. Oggi i fondi del salario accessorio arrivano negli uffici, falcidiati, con due/tre anni di ritardo rispetto alle prestazioni che li hanno generati, e servono solo a creare conflitto tra i lavoratori;

sempre sul piano salariale, non va dimenticato che continuare a considerare l’indennità di amministrazione come salario accessorio fa si che la stessa resti non essere pensionabile, non conteggiabile nella tredicesima mensilità e, soprattutto, ad essere sottoposta al taglieggio della “tassa sulla malattia”;

la chiusura di sedi, che, quando si verifica in maniera così irrazionale, sia dal punto di vista economico che dei servizi, così come è accaduto per la struttura di via Turr, dove era presente l’ufficio di Genova 3, lascia trasparire un progetto di esternalizzazione che poco ci convince, sia come lavoratori che come cittadini;

i rischi professionali, chiamiamoli cosi, a cui, dopo la caccia alle streghe del cosiddetto “scandalo spionaggio fiscale”, si aggiungono inapplicabili ed assurde disposizioni sulla privacy, a partire dal “Lasciate ogni speranza, o voi che entrate” che ci troviamo di fronte ogni volta che accediamo al sistema dell’Anagrafe Tributaria, fino a giungere alle direttive emanate il 1 febbraio dalla Direzione Centrale Audit e Sicurezza;

le fatiche a cui il personale ha dovuto sottoporsi per un semplice passaggio economico, passaggio che, nonostante tutte le considerazioni, almeno sulla carta, condivise del cosiddetto “rovesciamento della piramide”, moltissimi lavoratori della seconda area ancora si sognano;

infine come dimenticare la valutazione delle prestazioni individuali che in impeto di “modernità” aziendale insistete con voler accentuare. E che si colloca in questo contesto, in un contesto di difficoltà dei lavoratori, in un contesto dove nessuno può realmente garantire l’oggettività dei giudizi.

Come abbiamo ricordato ci apprestiamo ad un rinnovo contrattuale in cui, secondo quanto definito dal Memorandum sulla Pubblica Amministrazione, documento che, come sa, la nostra organizzazione sindacale non ha condiviso, moltissime di queste criticità potrebbero essere esaltate. Noi chiediamo che il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, rivendicando il ruolo che, come dicevamo poco fa, riteniamo gli spetti, si imponga come attore primario di questo rinnovo. Per impedire ulteriori peggioramenti e soprattutto per favorire soluzioni che superino le criticità attuali.

Lavoratrici e lavoratori delle Agenzie Fiscali, e dell’Agenzia delle Entrate in particolare, come dimostrano i recenti dati sulla lotta all’evasione fiscale, sono in prima fila tra coloro che stanno adoperandosi per il risanamento economico di questo paese.

Meritano migliori condizioni di lavoro. Meritano un ambiente di lavoro sereno.

Concludiamo con un ultimissima annotazione sulla democrazia sindacale.

Facciamo riferimento in particolare alla recente scelta dell’Agenzia delle Entrate di dirottare nella casella Spam-mail la posta elettronica che, dai nostri indirizzi nazionali, inviamo periodicamente a lavoratrici e lavoratori.

La riteniamo una scelta incivile, non solo antisindacale, ma persino anticostituzionale. Una scelta che è persino in violazione dello stesso contratto integrativo, che pur a riguardo riteniamo già illegittimo. Le chiediamo di attivarsi personalmente per il superamento di questa vergogna.”