Entrate Liguria. FPS 2005. Operazione Mutuo Soccorso

Genova -

Dalle parole di Massimo Romano, dal boicottaggio della nostra posta elettronica, dagli atteggiamenti delle altre sigle sindacali, sia sul piano locale, ma soprattutto sul piano nazionale (vedi firma Memorandum Pubblica Amministrazione e pantomima tavoli separati) ci pare chiaro che il processo di destrutturazione del ruolo pubblico e di aziendalizzazione di cui da tempo stiamo parlando, stia subendo una brusca accelerazione. E’ un processo che può passare facilmente solo se troverà lavoratrici e lavoratori separati tra loro. Uno dei principali strumenti di separazione è la gestione del salario accessorio.

Non va mai dimenticato che i nostri stipendi, da anni, non crescono più al passo dell’inflazione. Gli importi del salario accessorio non possono essere considerati, come vorrebbero i “fanatici della produttività”, soldi in più. Sono pezzi di salario di tutti che regole inique cercano di indirizzare ad alcuni piuttosto che ad altri, spesso solo per il fatto di essere stati scelti (con totale arbitrio del direttore dell’ufficio) per svolgere un’attività piuttosto che un'altra. Logiche perverse che mettono i lavoratori in continua competizione tra loro, distruggendo l’arma della solidarietà, l’unica che i lavoratori, storicamente, hanno potuto efficacemente utilizzare per affermare i propri diritti.

In tutto questo il sindacato ha le sue responsabilità. E’ stato proprio il sindacato a spingere per l’eliminazione dalla scala mobile per poi farsi gestore di questo processo, culturalmente e fattivamente. Chi ha partecipato alle trattative sa di cosa parliamo. Su tutti i tavoli spesso vediamo un’Amministrazione che, dopo aver tracciato alcune linee di principio (che nessuno si sogna di mettere in discussione) è spesso assente, e ci lascia scannare tra di noi… la trattativa è tra i sindacati piuttosto che tra sindacati e amministrazione. Con sindacalisti che preferiscono giocare al “piccolo manager”, non si sa quanto per allenarsi o quanto per frustrazione…

Un vortice da cui bisogna sottrarsi soprattutto in questa fase in cui la nostra controparte, dicevamo, contando sulle nostre divisioni, pare voler accelerare nei suoi progetti.

E’ giunto quindi il momento di smarcarsi e fare una forte proposta controcorrente. Una proposta che sviluppi solidarietà piuttosto che conflittualità tra colleghi… per rigettare il “tutti contro tutti” su cui si basa la politica del “dagli al fannullone”…  una proposta semplice e praticabile (sia sul piano tecnico che su quello contrattuale). La chiameremo operazione mutuo soccorso.

Di che si tratta? E’ possibile attivare un meccanismo volontario di redistribuzione delle somme che consenta di garantire ai più “poveri” un tetto minimo di attribuzione delle somme di salario accessorio destinate agli uffici.

Come? Una volta terminate le trattative sui Fondi attribuiti agli uffici (Produttività, Maggiorazione F.O., Maggiorazione Attività Esterne, Fondo di Sede) si otterrà una tabella con le relative attribuzioni individuali, somma delle quattro voci. Secondo noi, tendenzialmente, nessuno dovrà stare sotto i mille euro. Come si fa?

Ogni dipendente che supera tale cifra potrà (o meno) affermare la propria volontà di attivare il meccanismo di mutuo soccorso, rinunciando volontariamente ad una piccola quota di quanto di spettanza, proporzionale a quanto supera la cifra minima, per riequilibrare la distribuzione.

L’importo da ridistribuire sarà ovviamente proporzionale al numero di lavoratori che sceglieranno di essere solidali. Questo per garantire ai lavoratori solidali, nel caso fossero pochi (speriamo di no), di non doversi fare carico di cifre elevate. Maggiore sarà il numero dei lavoratori solidali, più sarà facile che l’obiettivo tendenziale del “minimo mille euro” sia raggiunto.

Se qualcuno pensa che non si possa fare sappia che esiste almeno un ufficio, Voghera, dove questo meccanismo è già stato praticato negli ultimi due anni e che noi abbiamo già elaborato un foglio di calcolo elettronico che consente facilmente di effettuare l’operazione proposta.

E’ chiaro che le RdB/CUB, che non hanno firmato nè l’accordo nazionale, né quello regionale sul FPS 2005, saranno disponibili a sottoscrivere gli accordi di posto di lavoro solo se sarà possibile attivare l’Operazione Mutuo Soccorso.