Lombardia - Entrate, l'antidemocrazia dell'art. 7 e lo schermo dell'anonimato: in DP I Milano saltano i tavoli

Milano -

Lo avevamo detto nelle decine di Assemblee fatte in lungo e in largo per l’Italia per sottoporre al voto il nuovo contratto collettivo Funzioni Centrali che siamo orgogliosi di non aver firmato: l’art. 7 che prevede l'esclusione alle trattative, a chi non sottoscrive il Contratto, è una norma antidemocratica e ricattatoria.

 

La realtà oggi ci dimostra che eravamo quasi ottimisti: non la parte pubblica ma quella sindacale alla prima occasione utile, il primo tavolo convocato subito dopo le elezioni RSU, ha chiesto l’esclusione delle sigle non firmatarie del contratto. E l’Agenzia, nello specifico la DP I di Milano, esegue  in fretta e furia, fa saltare il tavolo a data da destinarsi annullandolo, udite udite, alle h. 8.38 dello stesso giorno in cui il tavolo è convocato per le 10.

 

Il sindacato, quello che dovrebbe proteggere gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori oggi pensa più a proteggere se stesso ed è persino più realista del Re. Lo fa senza trasparenza e senza coraggio. La richiesta della nostra esclusione è stata inviata soltanto all'Amministrazione la quale, anche dopo nostra esplicita richiesta, continua a proteggere l'anonimato. I soliti favori scambievoli di compiacenze a cui non ci vogliamo abituare ma che rigettiamo con forza.

 

Poco importa che l’art. 7 in questo caso c’entrasse ben poco: il tavolo era puramente informativo ma si sa le interpretazioni possono essere aperte come una prateria sconfinata o ristrette come una fessura da cui far passare la cruna di un ago; 

poco importa che siano pendenti ricorsi contro l’art. 7, diffide nelle sedi competenti, linee interpretative costituzionalmente orientate verso la democrazia sindacale; 

poco importa che questo battesimo liberticida si sia abbattuto anche verso una RSU neoletta al suo primo mandato e al suo primo tavolo;

poco importa il tempo di vita e l’organizzazione del lavoro dei sindacalisti che mentre sono per strada ad adempiere al loro dovere di rappresentanza scoprono che il tavolo non c’è più.

 

È stata segnata una brutta pagina in DP I a Milano. Una pagina  che parla il linguaggio del restringimento delle libertà sindacali, democratiche e del diritto al dissenso. 

 

Noi come USB conosciamo solo un modo per riscrivere le pagine: quello della partecipazione e della mobilitazione, a cui chiameremo tutte le lavoratrici e i lavoratori per respingere al mittente ogni restringimento degli spazi di democrazia. 

La vera diffida non è quella già inviata alle sedi competenti: è quella di ogni lavoratrice e lavoratore che difende il diritto al suo voto, alla sua tessera, al sua stessa idea di  sindacato. Senza se e senza ma.