Il disastro del "nuovo" modello organizzativo alle Entrate si allarga a macchia d'olio

Roma -

Dopo l’esperienza decisamente fallimentare, sperimentata a livello centrale, la riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate viene ora esportata nelle Direzioni Regionali e Provinciali con le prevedibili conseguenze, al di là delle rituali rassicurazioni fornite dall’amministrazione, che accompagnano sempre ogni tipo di riorganizzazione: blocco dell’attività lavorativa, in modo particolare quella legata alla lotta all’evasione fiscale, trasferimento di personale, e chiusura degli uffici. Tra l’altro tutto per rispondere alla volontà di una compagine governativa scalzata dall’esito elettorale del 4 marzo.

 

La lettura del documento che abbiamo pubblicato sul sito costituisce la sintesi del progetto con la precisazione che le strutture inserite nel quadrato sarebbero di livello dirigenziale mentre quelle nel tondo sarebbero delle PO.

 

Ma ciò che desta più preoccupazione è quanto riportato a pagina 8 in cui “si prevede un completo ridisegno delle direzioni provinciali” ed in particolare lo spostamento per quanto concerne le DP di grandi dimensioni (Roma Torino, Milano e Napoli) dell’attività di rimborso e della liquidazione atti, dagli UT verso le DP. La mobilità avverrà su base volontaria, garantisce il Direttore del Personale, ma conosciamo bene come vanno le cose: l’amministrazione sottrae competenze e personale agli uffici, crea la situazione idonea per decretare l’inutilità della struttura e poi, candidamente ne annuncia la chiusura … E d’altronde qualcuno potrebbe mai fidarsi di un’amministrazione nella quale le riorganizzazioni della macchina fiscale hanno prodotto negli ultimi vent’anni le chiusure di 178 uffici di cui 113 solo negli ultimi sei? I dettagli di questo modello per le DP dovranno essere messe a punto, ma il buongiorno si vede dal mattino …

 

Bisognerà capire, inoltre, cosa comporterà la riorganizzazione per i lavoratori delle aree controllo, in termini di professionalità e dislocazione territoriale, soprattutto nelle DP di grandi dimensioni con presenza di team delocalizzati. Ma il progetto presentato dall'amministrazione è ancora vago in merito.

 

Per quanto concerne l’istituzione delle nuove Posizioni Organizzative (POER, POAS e POR) introdotte dalla legge di stabilità 2018 andranno ad aggiungersi agli art 17 e 18 del CCNI, saranno graduate su quattro livelli, ne sono previste tra le 1300 e le 1500 ed andranno a rimpiazzare le attuali 344 POS e le 416 POT.

 

A queste nuove PO si dovrà poi affiancare un concorso per dirigenti per 500 posti con un doppio canale preferenziale: coloro che hanno ricoperto per due anni funzioni dirigenziali, ovvero incarichi relative alle nuove PO saranno esonerati dalla preselezione, ed è prevista nella valutazione dei titoli considerare le esperienze lavorative pregresse.

 

Insomma ciò che chiamano valorizzazione del personale è il consueto tentativo di risolvere l’annoso problema degli incarichi decaduti, con una soluzione che riproduce tutte le criticità che l’hanno generato.

 

Come accade sempre più spesso il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali in questi processi è sempre più un atto formale che nella sostanza non cambia nulla delle decisioni assunte unilateralmente dall’amministrazione.

 

Consapevoli della loro inutilità, ai sindacati ladri di democrazia (CGIL, CISL, UIL, SALFI e INTESA) non resta che tranquillizzare il personale minimizzando e raccontando che va tutto bene. E se poi, come nel caso del CAM, i lavoratori giustamente protestano c’è sempre la CGIL pronta a scendere in campo per difendere l’operato dell’amministrazione…

 

Sulla inutilità del loro ruolo i sindacati ladri di democrazia, dovrebbero riflettere ma sono troppo impegnati a rivendicare l’applicazione della norma antidemocratica volta a tenere fuori dal tavolo chi, come USB, pur essendo sindacato maggiormente rappresentativo, ha scelto di non sottoscrivere quel vergognoso CCNL, i cui effetti in questi mesi diventeranno palesi per tutti i lavoratori.

 

Vogliono allontanare dai tavoli occhi, bocche e orecchie che sono stati e sempre saranno molto indiscreti. Non ci riusciranno, se ne facciano una ragione…