Entrate, ancora 7% PE e 10,6 milioni alle PO, per i CAM tutto rinviato

Roma -

7% delle progressioni economiche decise unilateralmente dall’amministrazione anche per il 2018, posizioni organizzative finanziate col fondo di tutti i lavoratori e democrazia sospesa!

 

Grazie alla nostra determinata presa di posizione siamo riusciti a sventare il tentativo di furto di democrazia che si stava perpetrando nei confronti di chi non ha firmato il nuovo CCNL Funzioni Centrali e ad essere ammessi alla trattativa di ieri all’Agenzia delle Entrate su posizioni organizzative e incarichi di responsabilità, progressioni 2018 e problematiche dei Cam.  

 

Sulle posizioni organizzative e incarichi di responsabilità è avvenuto quello che era prevedibile: tutti i proclami fatti prima delle elezioni Rsu sono svaniti e l'Amministrazione ha ricevuto il via libera da cgil, cisl, salfi e intesa per l’utilizzo di 10.600.000 euro fissi e ricorrenti, nonostante non ci sia ancora la certezza di riuscire a concludere per tutti il giro delle progressioni economiche.

 

Fra queste posizioni e le nuove Posizioni organizzative che verranno istituite per legge, si sta formando nei fatti un’Area quadri senza alcuna regolamentazione contrattuale di primo livello, che come sappiamo è monco di una parte fondamentale come l’ordinamento professionale.

 

Con questo vuoto normativo, c’è il rischio che si ripeta, in proporzioni più ampie, la fuga in avanti che già avvenne con l’istituzione delle posizioni art. 18 nell’ultimo contratto integrativo e si crei un sorta di ordinamento professionale parallelo, senza regole se non quella dell’incarico fiduciario, con selezioni puramente formali.

 

Sui CAM, l'amministrazione si è limitata ad illustrare più nel dettaglio in cosa consistono i nuovi compiti dei CAM connessi al Geoportale, provando a ridimensionarli alla sola assistenza nella compilazione del Form telematico a cui poi risponderanno i servizi catastali.

 

Abbiamo evidenziato in maniera chiara, netta e incontrovertibile, così come sollevato più volte nelle assemblee dei CAM e da USB nei suoi comunicati, che le questioni da trattare nulla hanno a che vedere con le problematicità fiscali ma sono tutte di esclusiva pertinenza di una formazione tecnico catastale, mentre se si trattasse veramente della sola assistenza alla compilazione del Form, cosa che non crediamo, ciò comporterebbe lo svilimento delle professionalità dei lavoratori del CAM.

 

Nonostante la nostra richieste di bloccare immediatamente il servizio sul Geoportale e delimitare in maniera chiara le competenze dei CAM, si è deciso di rimandare la discussione al 5 giugno. Da qui la necessità di continuare la mobilitazione e far capire all'Amministrazione e agli altri sindacati, alcuni dei quali come la CGIL, continuano a sottovalutare la pericolosità di questa deriva, che i lavoratori del CAM NON ABBASSERANNO LA TESTA!

 

Infine, sulle progressioni economiche per l'anno 2018 abbiamo continuato a sottolineare la nostra contrarietà alla valutazione del 7% e non abbiamo firmato l’accordo, pur essendo stati ammessi con riserva alla trattativa nelle more del contenzioso in atto sull’ art. 7 del CCNL Funzioni Centrali, la norma ricattatoria che vincola alla firma del contratto la partecipazione alla contrattazione integrativa delle OO. SS rappresentative.

 

Al di là delle formule tecniche, riteniamo che questa sia una soluzione di buon senso per risolvere medio tempo la questione, non firmare accordi sub judice, e scongiurare l’eventualità che un annullamento a posteriori getti nel caos organizzativo l’Agenzia.

 

Abbiamo letto che qualche sindacato ha mandato in giro comunicazioni in cui si affermava che USB, irrompendo ieri al tavolo di trattativa, avrebbe avuto intenzione di bloccare le progressioni economiche. È esattamente il contrario. È chi si ostina a voler applicare una previsione contrattuale palesemente incostituzionale (già sancita dalla sentenza della Corte Cost. n. 231/2013), anteponendo la burocrazia sindacale agli interessi dei Lavoratori, che mette a rischio la validità degli accordi, non certo chi difende la democrazia nei posti di lavoro.