Entrate - Contratti e democrazia sindacale: Sindacati complici e Amministrazione mano nella mano

Roma -

È oramai sempre più stretto ed evidente il filo che lega il pesante attacco ai diritti contenuto nel CCNL con l'attacco alla democrazia sindacale.

La verità è fin troppo semplice, il CCNL è stato siglato per recepire quel clima di caccia alle streghe che da tempo si abbatte sui lavoratori pubblici.

Ma per fare questo occorreva un altro passaggio, allontanare orecchie ed occhi indiscreti dai tavoli punendo chi, come USB, ha deciso di non firmare il contratto.

Questo è il senso politico di quella norma, l'articolo 7 del CCNL, che esclude dai tavoli chi non ha siglato il contratto.

E così il loro scopo, diremmo la loro ossessione, in questi mesi è quella di trovare il modo per evitare il confronto con USB, invece di trovare soluzione ai tanti problemi dei lavoratori.

Con un perfetto gioco di squadra, infatti, Amministrazione e   CGIL, CISL, UIL, SALFI e INTESA stanno letteralmente sospendendo la democrazia, escludendo l'USB dai tavoli di contrattazione, riunendosi di nascosto, scappando davanti all'USB, comportandosi come un club privato che tiene fuori dalla dialettica sindacale una sigla che rappresenta migliaia di lavoratori.

D'altronde l'amministrazione ha un debito di riconoscenza verso questi sindacati, come non ringraziarli per aver fatto loro il lavoro sporco inserendo nel CCNL norme che rendono impossibile la vita nei posti di lavoro?

Ecco perché, ora più che mai, sindacati firmatari del contratto ed AMMINISTRAZIONE, camminano fianco a fianco, mano nella mano, come due innamorati.

Ma tutto questo non è un atto di forza, anzi mostra tutta la loro debolezza. Quando c'è bisogno di blindarsi, quando si prova a silenziare il dissenso, quando si ricorre alla prepotenza e all'arroganza è sempre un atto di debolezza perchè vuol dire che si vuol solo comandare bypassando il confronto e calpestando la democrazia.

Per queste ragioni la battaglia che USB ha avviato per vie legali, ma anche con una petizione rivolta a tutti i lavoratori per chiedere la cancellazione di quella norma odiosa ed antidemocratica (l'articolo 7 del CCNL) non è uno scontro tra USB e gli altri sindacati ma riguarda tutti i lavoratori, perché chiama in causa il tema della democrazia ed il contrasto a pericolose svolte autoritarie.

L'USB invita le sue strutture, i delegati e i lavoratori ad una campagna capillare, stanza per stanza, piano per piano per ripristinare la democrazia nei posti di lavoro.

Si comincia lunedì 18 giugno agli uffici centrali di via Giorgione.

Seppelliamo di firme i ladri di democrazia!