Convenzioni 2018: RECUPERARE SALARIO, RECUPERARE FUTURO!

Roma -

L’incontro sulle Convenzioni 2018 che si è tenuto la scorsa settimana ha riprodotto per l’ennesima volta lo stanco rituale al quale siamo abituati oramai da troppi anni.

Tralasciamo ogni commento sull’incredibile ritardo dell’incontro (discutere di pianificazione del lavoro, obbiettivi e quant’altro a fine anno sembra quasi una provocazione) o sulla consueta assenza del Ministro, vogliamo solo ribadire che la profonda indifferenza dell’autorità politica verso i lavoratori del Fisco e l’inerzia dell’Amministrazione hanno proiettato le Agenzie Fiscali in un vicolo cieco che pone interrogativi inquietanti sul futuro del settore.

Durante l’incontro abbiamo incalzato il Dipartimento delle finanze e i vertici dell’Agenzia essenzialmente su due punti:

1.   i tagli al nostro salario accessorio che per l’annualità 2016 ammontano a circa 70 milioni tra Entrate, Dogane e Monopoli (pari a circa 1.400 euro a testa!!) e si aggiungono alle centinaia di milioni che nell’ultimo decennio abbiamo già lasciato per strada;

2.   la necessità di una nuova stabilizzazione delle risorse attraverso meccanismi che vadano ad alimentare la parte fissa dei soldi, senza la quale nel futuro non vi saranno più risorse per fare progressioni economiche.

Sulla questione dei tagli come abbiamo detto già mille volte siamo all’interno di un meccanismo assurdo: il Ministro attraverso la firma del decreto sul comma 165 trasferisce le risorse (già tagliate) all’Agenzia la quale puntualmente su queste risorse applica ulteriori tagli per obbedire ai vincoli posti dalla normativa.

Il risultato è che gran parte di quei soldi che ci siamo conquistati raggiungendo gli obbiettivi non vengono distribuiti ai lavoratori ma rimangono nelle casse dell’Agenzia, e quel poco che può essere distribuito, riceve il colpo di grazia dalle previsioni nefaste del nuovo CCNL, che prevedendo la frammentazione in produttività individuale (30%) e budget di sede (20%), mette nei prossimi anni a serio rischio il livello di produttività collettiva che finora abbiamo percepito.

Si rompe così definitivamente il legame tra obbiettivi e salario, ed anzi mentre i primi diventano sempre più pressanti le risorse calano progressivamente: si lavora sempre di più e si guadagna sempre meno!

Sul secondo punto siamo arrivati all’esplosione di una contraddizione che ci portiamo avanti da tempo: quella di aver previsto nel CCNL l’istituto delle progressioni economiche senza meccanismi che alimentassero le risorse fisse necessarie a finanziarle.

Così, terminato questo ciclo di progressioni economiche, non ci saranno più risorse per avviare altri passaggi, quell’istituto diventerà lettera morta e qualsiasi riconoscimento economico rimarrà soltanto un lontano ricordo.

Non è più accettabile che l’autorità politica o l’Amministrazione si voltino dall’altra parte e, nascondendosi dietro tecnicismi contabili, evitino di assumere scelte politiche non più rinviabili.

Se all’autorità politica non importa nulla dei lavoratori del Fisco, se l’Amministrazione si occupa e preoccupa esclusivamente di POER, POT e affini, dobbiamo essere noi a porre la questione e lo dobbiamo fare con tutta la forza della quale disponiamo.

Per questo indiciamo lo STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE, che articoleremo con iniziative da definire nelle prossime ore, per poter poi avviare le procedure di conciliazione necessarie alla proclamazione di uno SCIOPERO della categoria nel caso non arrivassero le soluzioni alle problematiche sollevate.

Il percorso che abbiamo deciso di intraprendere è ovviamente aperto a chiunque abbia a cuore le sorti del nostro salario e del nostro futuro.

Il tempo dell’attesa è finito! È ora di

RECUPERARE SALARIO

RECUPERARE  FUTURO