A CHI TANTO, A CHI NIENTE: aumento delle retribuzioni per i dirigenti, tagli al salario accessorio per i lavoratori!

Roma -

Per comprendere fino in fondo la profonda ingiustizia che anima le politiche retributive dei vertici delle Agenzie, occorre mettere a confronto due questioni dalle quali emerge il differente trattamento che l’Amministrazione riserva nei confronti dei lavoratori, alcuni considerati di serie A, altri di serie B (nella migliore delle ipotesi).

Vicenda POER: come è noto da tre anni (cioè dalla fatidica sentenza della Corte Costituzionale del 2015) i vertici dell’Agenzia si adoperano senza sosta per trovare una soluzione normativa alla questione degli incarichi dirigenziali.

Tale frenetica attività indirizzata a soddisfare una esigua minoranza del personale, è approdata in una norma, la 205 del 2017, che ha previsto l’istituzione delle POER.

La retribuzione per queste figure, prevede, oltre allo stipendio base una retribuzione di posizione che va da un minimo di 16.000 ad un massimo di 32.000 euro a seconda del livello alla quale si aggiunge una retribuzione di risultato.

In pratica una Poer potrebbe guadagnare, più o meno, quanto guadagnava prima un dirigente di seconda fascia.

Ovviamente è stato fatto un “ritocchino” alle retribuzioni di posizione dei dirigenti di seconda fascia: il livello minimo (il III°) passa da 26.616 a 32.500, il II° da 34.363,26 a 39.000 euro mentre il I° livello, bontà loro, resta costante a 45.725 euro. Retribuzione di posizione che ovviamente anche per i dirigenti si somma allo stipendio ed alla retribuzione di risultato.

Dinanzi a questa pioggia di soldi, denunciata solo dall’USB, dalle altre OO.SS non si è levato nemmeno un grido di protesta.

Tagli al salario accessorio e stabilizzazione delle risorse: quell’iper attivismo che ha caratterizzato le Agenzie nella ricerca di una soluzione per gli incarichi dirigenziali si tramuta in inerzia quando bisogna dare risposte a tutti i lavoratori.

Un immobilismo che comporta da un decennio una inesorabile perdita di salario accessorio che per il 2016 si traduce in un taglio di circa 55 milioni di euro alle Entrate e di 15 milioni alle Dogane (ovvero mediamente 1.400 a testa).

Nello stesso tempo bisogna prevedere forme di finanziamento che possano portare alla stabilizzazione del nostro salario accessorio necessaria per istituire una 14esima mensilità e consentire l’avvio di una stagione di progressioni economiche per tutti.

Ecco perché la vertenza che vogliamo mettere in campo, che abbiamo denominato RECUPERARE SALARIO, RECUPERARE FUTURO, guarda all’immediato (scongiurare lo scippo di 1.400 euro a testa del nostro salario accessorio 2016) ma ci proietta immediatamente in una prospettiva più ampia: riconquistare la possibilità di un futuro per le nostre carriere e per il nostro salario.

L’USB invita i suoi delegati, le strutture e le RSU ad avviare nei posti di lavoro assemblee e una capillare campagna di informazione, per la quale mettiamo a disposizione una mozione da far votare e firmare alle/i lavoratrici/ori.