Agenzie Fiscali - Convenzioni: è ora di cambiare.

Un'altra promessa a rivedere le regole. Come un anno fa.

Roma -

Ogni anno ci ritroviamo di questi tempi ad esaminare la Convenzione tra Ministero dell’Economia e Finanze e Agenzie Fiscali. Ogni anno ci ritroviamo a osservare quanto il sistema convenzionale sia superato e quanto sia necessario rinnovarlo profondamente.

 

Lo scorso anno ci eravamo presentati a questo appuntamento forti delle circa 17.000 firme con cui i Lavoratori chiedevano la sostanziale modifica del sistema convenzionale. La modifica deve riguardare la norma del Comma 165 e deve prevedere l'individuazione in via preventiva e non successiva dei fondi da destinare alla contrattazione integrativa. Inoltre il salario accessorio deve essere finanziato in modo sistematico e non oscillatorio, attraverso la fissità e ricorrenza delle risorse che devono essere agganciate al risultato previsto dalle stesse Convenzioni. Queste modifiche porterebbero alla semplificazione del sistema incentivante e consentirebbero di dare al salario accessorio quelle caratteristiche di stabilità che consentirebbero manovre di lungo periodo e investimenti strutturali come lo sviluppo professionale dei Lavoratori.

 

Le 17.000 firme raccolte avevano un anno fa consentito di incassare l'impegno della parte politica per l'apertura di un tavolo di confronto per la verifica (e anche la modifica eventualmente) del modello convenzionale proprio in vista di un migliore assetto dei meccanismi di finanziamento delle Agenzie Fiscali per la parte di fondi da destinare alla contrattazione integrativa.

 

Purtroppo la disponibilità delle Agenzie a cambiare il sistema delle Convenzioni già per il 2008 è caduta nel vuoto e nel verbale firmato il 5 maggio scorso la parte pubblica si è impegnata di nuovo ad aprire immediatamente un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali. I contenuti della nostra petizione - sottoscritta un anno fa dai Lavoratori - sono riemersi negli interventi di tutto il fronte sindacale e questa è una cosa buona; ma l'altra parte del tavolo ha ripetuto la medesima formula di una promessa futura ad affrontare la questione.

 

Abbiamo ribadito che non è più il caso di affidare le speranze di miglioramento della condizione salariale che i Lavoratori ripongono almeno sul fronte della contrattazione integrativa a un'altra promessa futura. Abbiamo anche detto che non ci bastano aperture di tavoli e che vogliamo una risposta precisa sulla modifica della normativa che abbiamo proposto.

 

La discussione nel merito dei Piani Aziendali non può più essere rinviata. La discussione sui carichi di lavoro e sui meccanismi di retribuzione della produttività (sempre crescente da otto anni a questa parte) non può essere affidata a promesse future. L'impressione è che se vogliamo davvero incidere su questioni così importanti è necessario approfondire con i Lavoratori i temi del salario accessorio, riprendere il filo del discorso da quelle 17.000 firme e rimetterci in cammino per ottenere le modifiche che abbiamo spiegato.

 

Ormai è chiaro che alla contrattazione integrativa è affidato il compito di risolvere la drammatica questione salariale che il CCNL ha lasciato irrisolta. Dobbiamo quindi essere consapevoli che dalla nostra capacità di mobilitazione e di conflitto dipenderà come sempre la possibilità del cambiamento. Si tratta di un percorso che può offrire l'occasione di una rivincita.

 

Per dare al Paese una macchina fiscale efficiente servono investimenti sui Lavoratori. Per ottenerli è necessario che i Lavoratori facciano sentire la loro voce. Come sempre, nessuno ci regalerà niente.