Agenzie Fiscali - Il federalismo fiscale e il futuro delle Agenzie (e non solo delle Agenzie...)

La manovra apre ai Comuni su compartecipazione del gettito e acquisizione di funzioni

Roma -

Il decreto n. 78/2010, altrimenti detto manovra-rapina, verrà convertito in legge nelle prossime settimane, con pochissime modifiche che non ne cambieranno la sostanza. Sul versante salariale, si andrà verso una più precisa definizione del blocco delle retribuzioni, dato che la norma, così com'è scritta, rischia di penalizzare chi nel 2010 si trova in condizioni particolari (part-time, malattia ecc.). Gli effetti della manovra-rapina sul reddito restano comunque pesantissimi per tutti i lavoratori pubblici e nel comparto Fisco si realizza – non è la prima volta - un diabolico cumulo di effetti. Al blocco individuale delle retribuzioni si aggiunge infatti il “vecchio” taglio del Comma 165 (il 30% in un anno solare) e si profila all'orizzonte anche il blocco delle carriere perfino per chi attende il varo di procedure già autorizzate o bandite che rischiano di avere effetti solo giuridici. Tanto per capirci, gli ipotetici vincitori del concorso a 2mila posti in III area, bandito alle Entrate sei mesi fa, non avrebbero nessun beneficio retributivo, a causa del blocco delle carriere. La gravità di questi provvedimenti ha quasi fatto passare in secondo piano altri aspetti della manovra-rapina, più gravi perché “strutturali”, che incideranno ancora più negativamente su diritti e retribuzioni. Ci riferiamo al tentativo di imbavagliare il sindacato, attraverso quel blocco dei contratti fino al 2013, che nei fatti è già l'attuazione di quel disegno concertato con Cgil-Cisl-Uil di alleggerire i contratti collettivi per favorire quelli aziendali. Rischia così di non esserci più un ambito di conflitto sindacale generale, e ciò avrà effetti negativi sulla contrattazione integrativa, già condizionata dai tagli e dalle regole introdotte dalla riforma della PA. Immaginiamo quale potrà essere il grado di tutela dei lavoratori pubblici in un contesto provo di garanzie e tutele generali e con le amministrazioni che avranno buon gioco nel proseguire con smantellamenti e finte riorganizzazioni e con una gestione del rapporto di lavoro che sarà l'anticamera di gabbie salariali e altre nefandezze. Su questo non abbiamo sentito né letto critiche alla manovra che del resto non potrebbero arrivare da chi condivide una visione concertativa e collaborazionista del sindacato.

 

Una seconda questione riguarda il futuro prossimo delle Agenzie fiscali, alla luce del federalismo fiscale. La vicenda del decentramento catastale dimostra che il futuro assetto decentrato innescherà tentativi più o meno espliciti e rapidi di appropriazione delle funzioni fiscali da parte degli enti locali. Vista dalla parte nostra si tratterà della cessione di funzioni, sia sul versante dei servizi, dove il rischio è diventato concreto dopo la riorganizzazione, sia sul versante dell'accertamento. La manovra-rapina rimette in moto il decentramento catastale (articolo 19) dopo i clamorosi stop imposti dal TAR del Lazio, peraltro a lungo invocati da RdB; e l'articolo 18 chiama in causa l'Agenzia delle Entrate, aumentando la quota di compartecipazione dei Comuni al gettito dei tributi statali. Il federalismo fiscale è un tema complesso che coinvolge l'assetto delle istituzioni. Il sindacato ha il diritto e il dovere di affrontarlo con le amministrazioni interessate, là dove la sua attuazione incide sugli assetti organizzativi e determina la sorte di migliaia di lavoratori. La cessione di funzioni statali, fin qui svolte dai lavoratori del comparto Fisco non sarebbe un elemento di modernizzazione del Paese, quanto piuttosto l'ennesimo tentativo di fare lo spezzatino della PA e dei servizi pubblici. Dietro il paravento del federalismo si nasconde così il tentativo di liquidare l'attuale governance fiscale centralizzata: sta al sindacato e ai lavoratori disinnescare questo tentativo. Le funzioni della fiscalità non devono essere “federate”, altrimenti gli evasori evaderanno ancora più facilmente mentre sui soliti tartassati aumenterà la pressione fiscale, non più di tributi statali ma regionali, provinciali, comunali, rionali. Sai che soddisfazione!