Argomento:

consulenze. Vere e presunte... è questo il cambiamento?

Roma -

In questi giorni apprendiamo da notizie sui giornali e da voci sempre più insistenti i nominativi possibili per il futuro Capo del Dipartimento delle Politiche Fiscali, si tratta dei soliti personaggi provenienti da Confindustria, Banca d’Italia e affini… 

Il problema reale è che ormai da più di tre mesi il DPF non ha un Capo Dipartimento e che la mancanza di un riferimento politico ha determinato nel dipartimento un immobilismo totale e nelle Agenzie Fiscali un inspiegabile ritardo nell’apertura della trattativa con le OO.SS. rappresentative dei lavoratori sulle somme derivanti dal “comma 165”, che eppure giungeranno ai lavoratori decurtate e con oltre due anni di ritardo.

Perché sta succedendo tutto questo? E’ proprio così difficile una nomina del Capo del DPF?  Quali saranno i criteri che adotterà il governo?

Avremmo creduto e sperato in una nomina di un dirigente del dipartimento, anche per operare verso una cospicua riduzione delle spese della Pubblica Amministrazione, così come indicato in primo luogo dal Governo e successivamente dalla Corte dei Conti.

Ma la logica del taglio delle consulenze evidentemente non vale per le costosissime consulenze dei dirigenti e assimilati, ma solo per i lavoratori più deboli, che avendo un contratto di collaborazione, non se lo sono visto più rinnovare. 

E’ di questi ultimi giorni la notizia che alle due lavoratrici “licenziate” dall’Agenzia delle Entrate se ne è aggiunto un terzo. Ci vogliamo infatti congratulare con l’Agenzia per il risparmio effettuato di circa 70.000 euro lordi.

La politica di questo governo non era quella di una forte riduzione delle vere spese di consulenza? Scopriamo invece che i papabili direttori provengono da Enti al di fuori dell’Amministrazione Pubblica.

Non possiamo fare a meno di chiederci quanto tutto questo costerà alla collettività soprattutto perché si prosegue da anni con nomine esterne all’Amministrazione.  

Perché ci poniamo il problema della noina del “capo” del Dipartimento Politiche Fiscali?

Come lavoratori e cittadini siamo fortemente interessati al risparmio del denaro pubblico, anche perché la politica delle nomine esterne adottata negli ultimi anni da ogni governo non ha sicuramente determinato una palese attenzione verso le problematiche delle Agenzie Fiscali, sia per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, sia per gli investimenti indispensabili da effettuare sui lavoratori per il raggiungimento di questo obiettivo  

In poco più di sei anni si sono succeduti tre Capi Dipartimento ed oggi, nel mese di aprile, per la prima volta, non si è ancora in grado di avviare la consultazione per le Convenzioni tra Ministero dell’Economia e Finanze e Agenzie Fiscali, e si ritardano artatamente le presentazioni dei Piani Aziendali.

Questi i motivi che ci hanno spinto a scrivere ancora una volta al Vice Ministro Visco, vista la mancanza di un  interlocutore che abbia  la funzione di mediazione tra Ministro ed Agenzie e di un Sottosegretario con delega al personale che possa interloquire con le Organizzazioni Sindacali rappresentative dei lavoratori.