Le super retribuzioni dei dirigenti e il nostro salario accessorio: ma non vi vergognate?

Aumenta la forbice contributiva tra lavoratori e dirigenti

Roma -

Gli organi di stampa hanno pubblicato, proprio in questi giorni, una indagine sulle retribuzioni dei dirigenti pubblici del nostro paese (i più pagati rispetto ai parigrado europei!) dalla quale scaturisce una fotografia chiarissima dei colossali privilegi di cui godono.

 

Stiamo parlando complessivamente di circa 200.000 dirigenti pubblici che gravano sul bilancio dello stato per circa 20 miliardi.

 

Tra gli strapagati dirigenti figura anche il Direttore dell'Agenzia delle Entrate al quale viene attribuito un reddito annuo pari a 302.937 mila euro che si cumula  con quello da pensione.

 

Non riportiamo questi dati per amore del gossip, ma per dare la misura della profonda ingiustizia che attraversa il settore pubblico ed anche il nostro comparto.

 

Mentre si blatera della crisi e dei sacrifici da compiere insieme per la salvezza nazionale,  una vera e propria casta (quella dei dirigenti) non solo non sta compiendo alcun sacrificio, ma trova nella crisi occasione di ulteriore profitto, mantenendo intatte poltrone e privilegi.

 

Non è un caso che, anche nel nostro comparto, proprio in questi anni di blocco dei contratti, è aumentata sensibilmente la forbice retributiva tra dirigenti, incaricati e lavoratori.

 

Sono gli stessi dirigenti che ci raccontano che, in fondo, non dobbiamo lamentarci (e detta da loro ...) perchè noi abbiamo un lavoro mentre c'è chi sta peggio di noi ...

 

Sono gli stessi dirigenti che ci spiegano che è necessario chiudere gli uffici del Fisco per contribuire alla rottamazione dei servizi pubblici, in nome della spending review …

 

Sono gli stessi dirigenti che utilizzano leggi, leggine, circolari e tetti alle retribuzioni, per precludere la possibilità di utilizzare le risorse del salario accessorio (cioè nostri soldi!) ad esempio per completare i passaggi economici….

 

Tetti che però non hanno impedito loro di percepire faraoniche retribuzioni di risultato per il raggiungimento di obbiettivi che hanno sempre meno a che fare con il mantenimento dei servizi pubblici, di aumentare a dismisura il ricorso agli incarichi dirigenziali, alle posizioni organizzative e agli  incarichi di responsabilità …

 

Bè, siamo decisamente stanchi del loro paternalismo ipocrita ed interessato!

 

Siamo decisamente stanchi di questo modello agenziale medioevale che si blinda al suo interno attraverso il sistema dell’investitura, sia per quanto concerne incarichi dirigenziali che le posizioni organizzative, fino ad arrivare all’individuazione di una cospicua parte di progressioni economiche attribuita arbitrariamente dai dirigenti.

 

L’unico tetto che accetteremo è quello all'ingiustizia retributiva del nostro comparto!

 

Per questi motivi respingeremo al mittente i loro diktat e quelli dei sindacati complici sulla destinazione delle risorse del salario accessorio e quella trattativa dovrà diventare una occasione di  riscatto e garanzia della tenuta retributiva di tutto il personale.

 

Con questo ragionamento apriamo la mobilitazione in tutti gli uffici finanziari e partecipiamo convintamente alla manifestazione nazionale del pubblico impiego del 14 marzo contro la spending review, gli esuberi e la mobilità annunciata dal super commissario Cottarelli.

 

Noi chiediamo una seria redistribuzione del salario anche nel nostro comparto.

 

Loro rispondono con la tutela dei propri privilegi: non c'è margine di mediazione, c'è solo la lotta e il conflitto!