Il fisco che verrà

Roma -

Necessario e indispensabile è stato lo sciopero dei lavoratori pubblici e delle ditte esternalizzate messo in campo dall'USB giovedì 19 giugno.

 

Uno sciopero che, anche grazie alle tante manifestazioni regionali svoltesi nel paese, ha detto una cosa chiarissima: i provvedimenti del duo Renzi/Madia non costituiscono una  riforma della p.a. (come continuano a ripetere ossessivamente gli esponenti del governo) perchè non c'è nessun miglioramento o innovazione della macchina amministrativa, ma soltanto misure volte a ridimensionare pesantemente i servizi pubblici ed attaccare frontalmente i diritti dei lavoratori continuando, e per certi versi esasperando, le politiche già messe in atto dal Ministro Brunetta.

 

La mobilità obbligatoria, gli esuberi e il paventato demansionamento, la chiusura di uffici, il blocco dei rinnovi contrattuali, l'attacco alla funzione sindacale danno la misura della pesantezza dell'attacco che si sta portando avanti nei confronti dei lavoratori.

 

Lo sciopero ha quindi rotto quel muro di silenzio e di inerzia complice di cgil cisl e uil, (oramai ridotte ad un imbarazzante borbottio sindacale), ma ha anche cominciato a demistificare la propaganda  di tutti quegli organi di informazione che svolgono il ruolo di cassa di risonanza dell'operato del governo esaltando acriticamente qualsiasi misura messa in campo.

 

Anche i lavoratori del fisco hanno dato un contributo importante alla giornata di sciopero.

 

Avevamo detto che, per quanto riguarda il nostro comparto,  il 19 giugno guardava anche all'immediato futuro del Fisco considerato che quest'anno dovranno essere emanati i decreti applicativi della delega fiscale.

 

Dobbiamo avere la forza e la capacità di aprire la sfida con il governo e con i vertici dell'amministrazione su quale direzione imprimere alle politiche nel nostro settore: se continuare a chiudere uffici, a mortificare salario e diritti dei lavoratori e in sintesi a ridimensionare drasticamente il nostro comparto o, se, al contrario, voltare definitivamente pagina, investendo sul personale, praticando politiche salariali a tutela di tutti, garantendo la difesa dei servizi finanziari e rilanciando la lotta all'evasione.

 

Su queste tematiche siamo in attesa di un confronto con il nuovo Direttore, da noi già sollecitato nella lettera inviata qualche giorno fa.

 

La nostra capacità di mobilitazione può determinare le condizioni per costruire un futuro del Fisco diverso da quello profondamente iniquo al quale ci hanno abituato in questi anni.

 

Occorreranno, da parte dell'amministrazione, scelte coraggiose e volontà politica.

 

La sfida è aperta.