730 PRECOMPILATO: TANTO RUMORE PER NULLA!

Roma -

Quando il fisco abdica alla sua vera funzione e diviene strumento di propaganda governativa ogni occasione è buona.

Lo strumento magico, questa volta, si chiama 730 precompilato che, proprio in questi giorni, ha ricevuto l'ok dal Consiglio dei Ministri.

“Una vera rivoluzione per circa 20 milioni di contribuenti, lavoratori dipendenti e pensionati” tuonano dagli ambienti governativi.

Ma di vera rivoluzione si tratta? Per noi la rivoluzione sarebbe l'Unico precompilato recapitato a casa dei grandi evasori, per il governo un termine così nobile viene usato per annunciare una misura contraddittoria e sulla cui utilità nutriamo, e non siamo gli unici, più di un dubbio.

Intanto, è bene precisare che il 730/2015 relativo ai redditi del 2014 parte già monco poiché conterrà i dati contenuti nell'anagrafe tributaria, le certificazioni del sostituto di imposta  e quelli trasmessi da soggetti terzi (banche, assicurazioni), mentre le spese sanitarie, che costituiscono la voce più cospicua delle detrazioni, saranno inserite solo nel 730/2016.

Ma è dal punto di vista della fruibilità e dell'utilità pratica dello “strumento magico” che nascono le maggiori perplessità.

In primo luogo per milioni di dipendenti pubblici la dichiarazione precompilata così strutturata esiste già sulla rete interna del posto di lavoro attraverso una applicazione del Ministero dell'Economia che consente di fare la dichiarazione con i dati del CUD già impostati e i dati riportabili dalla dichiarazione precedente. Insomma, per questa platea di contribuenti, se l'Agenzia è in possesso di ulteriori dati utili per la dichiarazione sarebbe stato sufficiente impostare i campi con i relativi valori, senza fare troppi annunci.

Ma il vero problema è che il 730 precompilato non arriverà materialmente a casa come annunciato (troppo costoso in tempi di spending review, non a caso l'INPS non invia più il CUD ai pensionati ...) ma ogni contribuente dovrà scaricarlo online   attraverso una apposita procedura: per milioni di pensionati ciò si tradurrà nella necessità di rivolgersi ad una terza persona ed in ultima analisi al CAF o ad un professionista, i quali dovranno comunque verificare la veridicità dei dati e apportare le eventuali correzioni. Perchè i commercialisti già preannunciano che 7 dichiarazioni su 10 saranno da rivedere ...

E allora perchè tutto questo can can?

Naturalmente per “avvicinare il fisco ai cittadini” ...

Una vera e propria presa in giro da parte di un governo che, invece, sta scientemente allontanando il fisco dai cittadini chiudendo uffici e costringendo migliaia di contribuenti a fare decine di chilometri per usufruire dei servizi finanziari e scaricando tutta la pressione fiscale verso i redditi da lavoro dipendente e da pensione mentre gli evasori dormono sonni tranquillissimi e rientrano capitali illegalmente esportati all'estero senza incorrere in alcuna sanzione penale.

La distanza del Fisco da quei cittadini che pagano le tasse fino all'ultimo (lavoratori dipendenti e pensionati) scavata rinunciando  alla funzione redistributiva che dovrebbe orientare un fisco veramente equo e socialmente giusto,  non può certo essere colmata con un po' di propaganda sul 730 precompilato.

Questo lo sanno bene i lavoratori ed i contribuenti onesti ma la propaganda, in materia fiscale e non solo, ha sostituito da tempo la realtà ed ogni fesseria ripetuta all'infinito diventa una indiscutibile verità.

L'abolizione dell'articolo 18 diventa lotta alla precarietà, il blocco dei contratti e la spending review diventano lotta agli sprechi, il 730 precompilato diventa sinonimo di un “Fisco amico”.

Potere della comunicazione ...