Agenzie Fiscali - PER POCHI ... MA NON PER TUTTI

Roma -

Dopo l'accordo sulle progressioni salta l'emendamento salva retrocessi. Chissà perché resiste la soluzione salva incaricati.


Quanto sta accadendo in Parlamento in queste ore rappresenta in modo chiaro la situazione delle Agenzie Fiscali.


Da mesi alle prese con il pastrocchio degli incaricati, frutto di un quindicennio di scelte che l’amministrazione continua a difendere malgrado siano state bollate d’incostituzionalità, i vertici delle Agenzie si sono prodigati per trovare una soluzione che garantisse lo status quo.



La soluzione - frutto di una mediazione fra Agenzie, Governo, MEF e Funzione Pubblica - viaggia dentro l’emendamento governativo n. 5.0.2000 al decreto sugli Enti locali ed è una soluzione che garantisce per l’ennesima volta di prorogare, altre forme ma stessa sostanza, gli incarichi dirigenziali.



Sembra risolversi la querelle aperta dopo la sentenza della Corte Costituzionale, ma resta aperta la contraddizione tutta interna alle Agenzie con decine di migliaia di colleghi che non appartengono a nessun cerchio magico, impegnati quotidianamente nel raggiungimento degli obiettivi i cui risultati - retributivi e di immagine - piovono su poche centinaia di persone.



Le Agenzie hanno difeso gli incarichi, rivendicando la valorizzazione della professionalità come tratto distintivo che andrebbe esportato in tutta la PA. Dentro il comparto tutti sanno che questa è una balla colossale, per non essere volgari.



Non è vero che le Agenzie hanno valorizzato il personale. Le Agenzie uno dei tanti luoghi in cui un cerchio magico si è ritagliato regole e condizioni che hanno escluso la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori da ogni possibilità di crescita professionale e retributiva.



Vi troviamo perfettamente replicato uno schema che vediamo ovunque: le regole non sono uguali per tutti e pochi vivono - anche molto bene - grazie a molti. Aggiungiamo noi che i pochi si sono saputi organizzare e hanno saputo difendere bene i propri interessi, mentre i molti sono rimasti abbagliati dal miraggio, rimasto per sempre tale di poter appartenere a quel cerchio magico.


La prova del nostro ragionamento?



Mentre l’emendamento salva incaricati viaggia su un vagone di lusso, un altro emendamento che riguardava il futuro di circa settecento funzionari retrocessi dalla III alla II area pur avendo superato un concorso interno (tralasciando qui le considerazioni sindacali sulle gravi contraddizioni di quella procedura) viaggiava in una carrozza merci che è stata fermata. Bocciato l’emendamento foglia-di-fico che qualche zelante senatore aveva presentato evidentemente senza troppa convinzione.



Ed è stato fermato anche l’accordo per lo scorrimento delle progressioni economiche, ufficiosamente per mano di un solerte burocrate del Dipartimento della Funzione Pubblica che lo avrebbe considerato troppo poco brunettiano e meritocratico. Chissà il dispiacere dell’Agenzia …



Se due indizi fanno una prova, tre sono una condanna.



Non possono mancare, dentro questo scenario, le organizzazioni sindacali compiacenti che piangono insieme alle Agenzie per la sorte e il futuro dell’amministrazione ma si preoccupano solo di ciò che interessa il ceto nobile. Ovviamente, poiché tutto ciò sarebbe impopolare visto il clima che si coglie con chiarezza dentro i posti di lavoro, non mancano depistaggi e manovre diversive, tendenti a far credere che c’è un fronte sindacale che si occupa veramente dei lavoratori, di tutti i lavoratori. A parole, forse e nemmeno sempre. Nei fatti vediamo le solite stampelle, i soliti comunicati di lotta e di governo.



E immaginiamo che qualcuno presto tornerà a viaggiare in business class, mentre per tutti gli altri non c’è nemmeno un carro bestiame. Finché il treno va e finché qualcuno lo lascia andare.

 

Noi vogliamo far cambiare marcia a quel treno.

 

I vertici dell'agenzia si sono assunti la responsabilità di rappresentare solo il ceto nobile di questa amministrazione.

 

Noi collettivamente ci dobbiamo assumere la responsabilità di trasformare quella palese indignazione che attraversa gli uffici e che segna una distanza ormai incolmabile con le politiche messe in campo dall'Agenzia,  in conflitto organizzato per raggiungere 4 obbiettivi sui quali la partita è ancora aperta:

-       garantire una procedura di accesso alle pos che permetta di concorrere a tutti i lavoratori della terza area a parità di condizioni, senza nessuna corsia preferenziale per gli ex incaricati;

-       immediato scorrimento della graduatoria delle progressioni economiche rispedendo al mittente le intrusioni della funzione pubblica;

-       salvaguardia dei retrocessi;

-       tutela e rischi professionali dei lavoratori.

 

Su questi punti non accetteremo che ci vengano frapposti ostacoli di sorta.

 

Non ce ne sono, se addirittura ci si fa beffa di un sentenza della Corte costituzionale per sistemare gli affari propri.

 

In fondo alla pagina trovi il volantino da mettere in bacheca e i riferimenti alla Petizione da inviare subito.