Entrate-Territorio - Posizioni organizzative ex AdT, il vizio dell'Agenzia a spese di tutti!

Roma -

Altra fumata grigia alle Entrate dove il tema dell’integrazione funzionale con l’ex Agenzia del Territorio continua ad essere affrontato dalla parte decisamente sbagliata. L’Agenzia ha riproposto l’utilizzo di risorse dal fondo di tutti i lavoratori per riconoscere la professionalità dei conservatori (vedi tabella sul nostro sito). Si tratta di un impegno del fondo pari a circa 700.000 euro con il generoso contributo di 70.000 euro da parte dell’Agenzia. Sarebbe per il fondo dei lavoratori un altro durissimo colpo, se si pensa che a questi importi si devono aggiungere le maggiorazioni legate alla performance e i compensi da riconoscere ai reggenti in caso di assenza dei titolari di funzione (che sarebbero comunque remunerati). L’Agenzia contribuirebbe con un ricco 10%!

 

La proposta ci ricorda vagamente la scena di quel film in cui Troisi e la sorella proponevano al fratello di comprare il televisore nuovo alla mamma contribuendo con 5.000 lire a testa e chiedendo al fratello di metterci un milione e duecentomila lire! Battute a parte, continuiamo a ritenere che prima di parlare di nuove posizioni organizzative va secondo noi affrontato il tema dell’integrazione funzionale fra Entrate e Territorio. Andrebbe cioè presentato alle OOSS una sorta di “piano industriale”.

 

Finalmente ma forse troppo tardi, anche altre organizzazioni sindacali vengono verbalmente sulle ragioni che USB sostiene da anni. E cioè che le posizioni organizzative devono essere finanziate con risorse dell’Agenzia e non con il fondo dei lavoratori; che comunque devono essere finanziate con risorse variabili e non con risorse stabili; che l’obiettivo prioritario quando si contratta il fondo dei lavoratori è quello della stabilizzazione salariale e che l’unica via per ottenerla in contrattazione integrativa è finanziare stabilmente le progressioni economiche. Dopo anni di blocco contrattuale la stabilizzazione salariale è un’esigenza vitale per le migliaia di lavoratrici e lavoratori che garantiscono - malgrado tutto - il funzionamento della macchina fiscale ben più di qualsiasi altra figura dirigenziale o di vertice.

 

Nel caso dei conservatori, portatori di indubbia professionalità, essendo la loro funzione tipicamente dirigenziale ci pare assurdo che si chieda a tutti i lavoratori di contribuire al finanziamento delle posizioni con 700.000 euro del loro salario accessorio, con il generoso contribuito “alla Troisi” da parte dell’’Agenzia. Assurdo, forse anche provocatorio. Quelle funzioni vanno remunerate con il fondo dei dirigenti, o al più con risorse interamente a carico dell’Amministrazione.

 

Intanto, il salario accessorio dei lavoratori continua a subire tagli e ritardi. Siamo ancora in attesa della certificazione del MEF che forse consentirà l’erogazione del salario 2013 nei primi mesi del 2016, con tre scandalosi anni di ritardo! Quest’anno abbiamo lasciato sul piatto, con l’avallo dei firmatari Cgil, Cisl e Salfi, oltre 50 milioni di euro che si aggiungono ai tagli degli anni passati. Il blocco contrattuale persiste e sappiamo bene che il Governo ha stanziato un’elemosina contro la quale USB è stato l’unico sindacato ad aver messo in campo uno sciopero generale riuscito, pur con tutte le difficoltà del momento. Insomma, l’emergenza salariale ci sembra riguardi le decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori il cui contratto è bloccato da 7 anni e la cui preoccupazione non è certo quella di contribuire al riconoscimento della professionalità di altre figure dirigenziali.

 

Ribadendo la nostra contrarietà a un modello organizzativo che andrebbe rovesciato, continuiamo ad attendere che l’Amministrazione rimetta in fila correttamente gli argomenti e ci presenti un serio piano aziendale su cui ragionare dal punto di vista organizzativo. In caso contrario, sarebbe evidente che le esigenze organizzative continuano ad essere piegate a vecchie logiche e che l’attribuzione di nuove posizioni all’ex Agenzia del Territorio altro non è che l’estensione di un modello superato, divisivo ed escludente che guarda alle esigenze di pochi, a danno di tutti gli altri. I lavoratori non lo vogliono, USB non lo avallerà.