Emilia Romagna - Entrate, Fondo 2013 dare di + a chi ha -

Bologna -

In questi giorni si stanno concludendo gli incontri sulla distribuzione del FPSRUP del 2013. Non ripeteremo quanto ribadito in tanti altri comunicati, la linea di USB è ormai nota. Leggendo i vari accordi si nota come si riscontra un comportamento molto differente tra i vari uffici della regione: l’amministrazione cerca in genere di trovare soluzioni molto fantasiose stanziando somme irrisorie (20 mila euro lordi in DP di Bologna) che poi vuole usare per premiare solo “alcuni meritevoli”

 

Spesso ci si chiede: meritevoli di cosa? Di aver fatto bene il proprio lavoro!

 

Tanto basta a offendere quasi tutti gli altri dipendenti che quotidianamente svolgono bene il loro lavoro, che è il motivo per cui ancora regge l’intera baracca; ma tant’è: basta vedere come l’amministrazione si è spesa per gli ex incaricati e quanto ha fatto per le progressioni economiche che riguardano tutti gli altri lavoratori. Aspettiamo le nomine fatte per le POT e le POS per sentire cosa diranno i vari “capetti” trombati sul mancato riconoscimento economico dell’impegno, quando saranno loro ad essere giudicati.

 

Ma se alla differente idea dei diversi direttori degli uffici siamo ormai abituati, come siamo anche abituati alle differenze delle varie OO.SS. nei vari posti di lavoro, dove accusano sempre USB di voler distribuire a tutti i lavoratori che si impegnano col loro lavoro (“a pioggia”), siamo colpiti da come gli altri sindacati stanno portando avanti la contrattazione nei due grossi uffici delle entrate a Bologna:

- in Direzione Regionale si sta delineando quanto successo lo scorso anno, la RSU, appoggiata da quasi tutti i lavoratori, rifiuta la premialità ad personam voluta dalla dirigenza, e in questo tutte le OO.SS. la appoggiano con forza.

- in Direzione Provinciale nello stesso edificio, le stesse persone, a ruoli invertiti: quelli che sono le OO.SS. in Direzione Regionale sono RSU nella DP, accettano, per quanto riguarda il budget residuo del fondo di sede, di assegnarlo solo ad alcuni gruppi di lavoro, proposti dal direttore, magari chiedendone l’ampliamento per qualche situazione conosciuta, e rifiutando solo uno dei progetti proposti dal direttore.

 

A fronte di questo comportamento schizofrenico, abbiamo proposto di distribuire il residuo del fondo a tutto il personale della Direzione Provinciale, che non ha percepito alcuna indennità (indennità che ricordiamo sono erogate con differenze che vanno da € 0,00 ad € 2.000,00 circa per singolo lavoratore) in base alle presenze ed utilizzando i medesimi parametri previsti per il pagamento del Fondo di Produttività Collettiva ai lavoratori delle tre aree funzionali, ma in misura ribaltata, (ai lavoratori di Terza Area parametro 158 e a quelli di Seconda Area 177) al fine di riequilibrare lo stipendio di lavoratori che assai spesso svolgono le stesse attività o contribuiscono con pari energia al raggiungimento degli obiettivi.

 

L’accordo nazionale assegna, infatti, tale quota per “remunerare significativi miglioramenti dell’efficacia ed efficienza dei servizi”.

 

Chi ricorda i colleghi che ricoprivano gli ex 4°, 5° e 6° livello, che sono stati tenuti fuori dal passaggio di area e da ogni possibilità di carriera, e ciò nonostante svolgono con professionalità e competenza i propri compiti, che spesso sono i medesimi che svolgono colleghi di III area?

 

A noi sembra che riconoscere il loro impegno la loro professionalità sia anche ripagare questi lavoratori.

 

Nella DP di Bologna, verso questa nostra proposta, non solo l’amministrazione ha fatto spallucce, “le solite proposte di USB”, ma anche le altre OO.SS. (e la RSU a maggioranza) preferiscono cercare di arrampicarsi sugli specchi per cercare differenze premiali tra i lavoratori, aprendo anche un pericoloso precedente a future valutazioni, economiche e non solo, “ad personam”.

 

Riprendiamoci la dignità di lavoratori, dividere i lavoratori fa comodo solo a questa dirigenza, che invece di “fare squadra” cosa che è fondamentale per fornire un buon servizio pubblico e nel delicato compito di lotta all’evasione fiscale dell’Agenzia delle Entrate, divide i lavoratori mortificando chi ancora crede nel suo lavoro.