L'ANNO CHE VERRA'

Roma -

Il recente verbale di intesa sottoscritto da Cgil Cisl Uil e Salfi sulle progressioni economiche, ci fornisce lo spunto per fare qualche considerazione più generale sul clima che si respira nel nostro comparto e sul ruolo, sempre più complice, svolto da questi sindacati.

Crediamo che quello che sta accadendo rappresenti, in piccolo, lo specchio di ciò che sta accadendo a livello politico nel nostro paese: la distanza tra le istanze della cittadinanza e chi dovrebbe rappresentarle, certificata chiaramente dal risultato del referendum del 4 dicembre, è la stessa distanza che i vertici della nostra amministrazione hanno scavato rispetto agli interessi e le aspettative dei lavoratori.

Così come la sfiducia nei confronti dei partiti politici “tradizionali” è la stessa sfiducia verso quelle O.S che hanno da tempo abbandonato i lavoratori al loro destino per assumere il punto di vista dell'amministrazione.

Distanza e sfiducia che percepiamo distintamente nelle assemblee, nelle tante iniziative che mettiamo in campo ogni giorno, nelle discussioni tra colleghi.

Una dirigenza che vive ormai su Marte, chiusa nella sua autoreferenzialità, non coglie nemmeno quel profondo senso di disaffezione e, anche quando lo percepisce, fa spallucce per continuare imperterrita sulle medesima strada: politiche retributive divisive, attacco ai diritti, gestione arbitraria del personale ed introduzione, attraverso la valutazione, di meccanismi malsani di competizione nei posti di lavoro.

Un'amministrazione che, più realista del re, è sempre pronta a frapporre ostacoli di ogni tipo quando bisogna dare risposta alle aspettative professionali e salariali di tutti i lavoratori, nascondendosi sempre dietro tecnicismi di sorta, impossibilità tecniche e organi di controllo.

Dentro questa gabbia, costruita ad arte ed utilizzata strumentalmente, ci sono solo politiche penalizzanti per i lavoratori: è questo il quadro che Cgil Cisl Uil e pseudo autonomi hanno accettato totalmente e che porta loro, senza vergogna, a spacciare clamorose sconfitte ed arretramenti per presunte vittorie.

Non più una limitazione del danno, ma l’accettazione supina della sconfitta e del punto di vista dell’amministrazione. La vicenda relativa alla sottoscrizione del verbale di intesa sulle progressioni economiche, al di là dei suoi aspetti specifici, è soprattutto questo.

Noi vogliamo ancora immaginare un comparto ove sia possibile mettere al centro la funzione sociale del nostro lavoro, dove sia possibile lavorare serenamente senza subire le angherie dell'Audit, dove le politiche retributive non siano la leva per seminare divisioni e competizione tra i lavoratori, dove sia possibile dare risposte a tutti i lavoratori e non solo al consueto cerchio magico.

Sarebbe la normalità, ma vogliono farci credere che sia una utopia impossibile.

La vertenza che apriremo a gennaio, a partire dal respingimento dei contenuti del verbale di intesa sulle progressioni economiche, deve mettere sul piatto tutte queste questioni.

Le feste natalizie serviranno a riposarci dopo un anno sindacale impegnativo e difficile, ma devono servire anche a ricaricarci in vista dei prossimi imminenti impegni.

Lasciamo amministrazione e sindacati complici ad avvitarsi nella loro triste realtà, noi riprendiamoci speranza, voglia di cambiare e futuro.

Questo è il migliore augurio che ci sentiamo di fare per il 2017.

Buone feste e buon anno a tutti.