Agenzia delle Entrate: Il Vicolo Cieco

Roma -

Quando qualche mese fa Cgil, Cisl, Uil e Salfi, nel bel mezzo di una forte mobilitazione messa in campo dall’USB, interruppero bruscamente la trattativa sulle progressioni economiche per spostare il confronto con l’autorità politica, avanzammo subito il sospetto che quella operazione avrebbe messo seriamente a rischio la possibilità di avviare il percorso per gli sviluppi economici per l’annualità 2017.

La definimmo “manovra distrattiva” da parte di quelle sigle che, avendo firmato la pre-intesa del 14 dicembre, mettendo sul piatto poche risorse e indirizzando oltre 10.000.000 euro di risorse fisse e ricorrenti per finanziare Posizioni organizzative ed Incarichi di responsabilità a scapito degli sviluppi economici, stavano provando ad uscire dal pantano in cui avevano infilato la trattativa, buttando la palla avanti, come si dice in gergo calcistico.

Questa nostra valutazione che tanto irritò Cgil, Cisl e Uil, producendo anche scomposte reazioni, non era poi sbagliata.

Infatti, mentre pure il confronto politico si ė arenato, anche per responsabilità di una controparte politica per nulla interessata ad investire sui lavoratori del fisco, oramai la parola progressione economica ė stata totalmente archiviata e sostituita da una fantomatica vertenza unitaria per stabilizzare risorse del salario accessorio. Una battaglia indubbiamente importante e da sempre portata avanti da Usb, ma che non poteva e non doveva essere condotta abbandonando la prospettiva di un accordo sulle progressioni economiche nel 2017.

Invece, il tempo sta trascorrendo pericolosamente e c’ė il rischio, più che concreto, che, dopo il 2016, anche il 2017 si possa concludere senza che sia stata avviata la procedura per i passaggi economici. E naturalmente più tardi si avvia il percorso per gli sviluppi economici, più si allontana l’obbiettivo politico di garantire un passaggio di fascia per tutti i lavoratori.

In questi mesi i comunicati di Cgil, Cisl, Uil, Salfi e Flp, a dire il vero sempre più criptici e farraginosi, millantano mobilitazioni immaginarie e rilanciano stati di agitazione dei quali nessuno si è accorto: ma al di là dei proclami, quella vertenza, se così la si può definire, ha prodotto solo qualche lettera inviata ai vertici dell’Agenzia e alla autorità politica, nulla di più.

Nei posti di lavoro vige la calma piatta, perche quelle sigle sindacali non hanno minimamente interesse a chiamare i lavoratori alla mobilitazione, troppo grosso il rischio che, dal confronto col personale, emergano tutte le loro responsabilità e contraddizioni per come hanno gestito la trattativa sui passaggi economici.

Ma allora, lo stallo che si ė prodotto sia nel confronto con l’autorità politica che nel nostro settore rispetto al percorso delle progressioni economiche, a chi giova veramente?

Senz’altro all’Amministrazione che non aveva nessuna intenzione a riconoscere la professionalità dei lavoratori attraverso le progressioni economiche e che, con la pre intesa del 14 dicembre, ha incassato dalle sigle firmatarie ciò a cui puntava, ovvero il finanziamento delle PO e degli IR.

Ma giova anche a quelle sigle sindacali che vogliono far dimenticare ai lavoratori la firma della pre intesa del 14 dicembre, sonoramente bocciata dal referendum telematico e dalle tantissime assemblee svolte dall’USB.

E così, mentre perdura lo stallo a tutti i livelli, (per esempio della proposta di legge sulla riorganizzazione delle Agenzie Fiscali non vi è più traccia) prosegue la prepotenza di un amministrazione che non rinuncia alla sua arroganza nemmeno in presenza di un accordo sul telelavoro che dovrebbe tutelare i lavoratori più disagiati e in difficoltà e che si è trasformata in una operazione opaca e gestita dai dirigenti in maniera discriminatoria e totalmente arbitraria.

Proprio in questi giorni ė stato ufficializzato il cambio di vertice all’ Agenzia delle entrate.

Non ci facciamo illusioni, sappiamo che la tanto invocata discontinuità non sarà una gentil concessione del nuovo Direttore dell’Agenzia, ma dovremo conquistarla passo dopo passo, partendo proprio da dove ci eravamo fermati, ovvero la immediata ripresa della trattativa sulle progressioni economiche con i 40 milioni di risorse già disponibili e senza alcun meccanismo valutativo.

Questa ė l’inversione di rotta della quale c’è bisogno, il resto sono solo annunci e propaganda.