Dogane e Monopoli: progressioni economiche, fondo 2015, mappatura sedi RSU

Roma -

 

Con gli accordi siglati venerdì, continua il percorso di progressioni economiche nell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, si chiude il Fondo 2015 e si avvia la prima fase delle elezioni Rsu con l'individuazione delle sedi, che saranno quelle attuali.

Sappiamo che andremo incontro ad una integrazione fra le due aree, monopoli e dogane, ma al momento non era ipotizzabile una mappatura diversa dalla attuale, non essendo ancora delineate le modalità e i tempi.

Per quanto riguarda le progressioni, le risorse stanziate a valere dall'anno 2017 consentiranno ulteriori 2.633 passaggi economici. Si completa così la tornata iniziata nel 2015 ai monopoli e si continua nel percorso iniziato nel 2016 alle dogane, la cui graduatoria provvisoria uscirà entro il 22 dicembre.

L'assurdo orientamento della Funzione Pubblica, che ha impedito il riconoscimento di arretrati anteriori al 1° gennaio dell'anno in cui si completa la procedura, ha creato confusione sulle date e le decorrenze. È quindi opportuno ricordare che gli accordi si riferiscono all'anno in cui vengono stanziate le risorse, mentre le decorrenze saranno quelle dell'anno in cui esce la graduatoria.

È stato inoltre siglato l'accordo definitivo sul Fondo 2015, sul quale, per brevità, rimandiamo alcune considerazioni alla nota a verbale USB allegata all'accordo (vedi nota a verbale sotto).

Abbiamo già avuto modo di spiegare, in precedenti comunicati, della particolare importanza di questo Fondo, che sarà il riferimento per gli anni successivi, ovvero il tetto che non si potrà superare e a cui andranno applicati i tagli cosiddetti “strutturali”, nonché gli ulteriori tagli proporzionali alla riduzione dei dipendenti.

In questo quadro estremamente penalizzante era quindi importante far affluire quante più risorse possibili al nostro Fondo. A tal fine uno dei pochi margini su cui poter agire era una migliore ripartizione delle somme del comma 165 e della produttività da convenzione fra dirigenti e personale dei livelli, anche in considerazione dalla drastica riduzione del numero dei primi avvenuta proprio nel 2015 a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi gli incarichi dirigenziali.

Ed è quello che è avvenuto venerdì, con la firma di un accordo che riduce la percentuale del comma 165 e della produttività destinata ai dirigenti rispettivamente dal 8,5% e 12% al 1,5%.

Al contrario di quello dell'Agenzia delle Entrate lo consideriamo un accordo equo, con una diminuzione più che proporzionale alla riduzione del numero dei dirigenti (che nell'Agenzia delle dogane e dei monopoli è stata di circa la metà) che consente di far affluire al Fondo per il personale circa 5 milioni di euro.

Il paragone con quanto è successo all'Agenzia delle Entrate è inevitabile: di fronte ad una diminuzione dei dirigenti di circa il 70%, la quota ridotta è talmente risibile da far raddoppiare potenzialmente gli importi destinati a retribuire l'indennità di posizione e quella di risultato.

Per questo nella riunione alle Entrate, già fissata per il 19 dicembre, chiederemo di rivedere l'accordo già firmato, da tutti tranne che da noi. In quella riunione si tornerà finalmente a parlare anche alle Entrate di progressioni economiche. È un anno che chiediamo di aprire un tavolo sulle progressioni, ma è un anno in cui l'Agenzia delle Entrate e gli stessi sindacati, “unitariamente”, si sono rifiutati di discuterne. Ci auguriamo di recuperare in extremis il tempo perso.