Argomento:

Più realisti del Re?

Che sia in atto ormai da tempo una campagna denigratoria dei pubblici dipendenti, finalizzata a giustificare agli occhi della c.d. opinione pubblica la continua diminuzione delle risorse utilizzate per le retribuzioni di tali lavoratori, è ben noto a tutti.

 

Che il governo abbia emanato un decreto legge, puntualmente convertito, per penalizzare ulteriormente tali lavoratori, ritenuti colpevoli anche di ammalarsi o di dover assistere familiari invalidi che lo Stato lascia privi di assistenza, è altrettanto noto.

 

Che ci fossero però pezzi dello stesso settore pubblico trascinati dal clima di caccia alle streghe ed impegnati a tentare di superare lo stesso ministro Brunetta in inutili cattiverie ai danni dei medesimi lavoratori, speravamo proprio di non doverlo vedere.

 

Con la circolare n. 129 del 30/9/2008, il Direttore del Personale ha revocato la disposizione sul permesso banca, risalente addirittura al 1990, ritenendo (erroneamente) che si trattasse di un permesso personale, e come tale da colpire in ossequio al “Brunetta pensiero”. Tale disposizione, invece, è da classificarsi come permesso di servizio, e come tale definita sia dall’AAMS che dal Ministro del tempo che la ratificò superando uno specifico rilievo della Ragioneria.

 

Infatti presupposto della norma era l’interesse della stessa amministrazione ad evitare di dover gestire ingenti somme di denaro contante, non potendosi obbligare i dipendenti a disporre l’accredito su un proprio conto bancario. Qualcuno ricorderà i problemi legati alla movimentazione, custodia e gestione di dette somme, per non parlare dei casi di appropriazione indebita da parte di alcuni cassieri.

 

Forse che nel frattempo l’amministrazione si è dotata di vigilanti fidati da impiegare gratuitamente giorno e notte a difesa del contante, di propri furgoni blindati e di cassieri incorruttibili? Certo che no. Evidentemente qualcuno pensa che ormai un conto bancario o postale ce l’hanno tutti, e che per l’esiguità del monte ore in questione i lavoratori non protesteranno più di tanto. Costui potrà quindi fare bella figura agli occhi del ministro (ma non chiamatelo così, lui crede di essere un re).

 

Questa organizzazione sindacale ha chiesto un incontro urgente per l’esame di tale circolare, che non è stata emanata nel rispetto delle prerogative sindacali; e ha chiesto che la circostanza sia propizia per affrontare anche le questioni che investono il diritto alla carriera e alla retribuzione, secondo l'indirizzo contrattuale già applicato nelle Agenzie Fiscali.

 

A questo attacco, e agli altri che i lavoratori hanno subìto in questi mesi a causa del dl 112/2008 chiediamo di rispondere in piazza, partecipando tutti allo sciopero generale del prossimo 17 ottobre. Nel frattempo chiediamo a tutti i lavoratori dei Monopoli di formalizzare all’amministrazione la richiesta di percepire le competenze in denaro contante, l’unico che abbia corso forzoso e non possa essere rifiutato come pagamento. Quando ci si muove insieme si può vincere; quando si lotta si ottengono risultati. Appuntamento quindi per il prossimo

 

17 ottobre sciopero generale dei lavoratori pubblici e privati

ore 9.30 corteo da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni

 

Qui di seguito riportiamo il testo della lettera inviata questa mattina ai vertici AAMS. Copia integrale del documento può essere scaricata anche in fondo a questa pagina.


Roma, 14 ottobre 2008

Al Direttore dell'AAMS -Dott. Raffaele FERRARA ROMA

Al Direttore del Personale AAMS - Dott. Fabio CARDUCCI ROMA

Richiesta di incontro

Il decreto legge n. 112/2008 - convertito nella legge n. 133/2008 - ha contribuito a peggiorare la situazione in cui i Lavoratori dell'AAMS si trovano a causa della mancata applicazione delle norme contrattuali che consentirebbero loro di ottenere sia pur minimi benefici economici attraverso quelle progressioni economiche che altrove hanno costituito un seppur minimo diritto alla carriera. Né va dimenticato che devono ancora essere definite le modalità di partecipazione al salario di produttività già oggetto dei ben noti tagli operati ex lege dal citato decreto n. 112/2008.

In circostanze simili stupisce che codesta amministrazione abbia trovato il tempo (e abbia ritenuto opportuno) intervenire così drasticamente sulla recisione del monte ore di permessi di cui alla circolare n. 129/2008. Nel sottolineare che oltre al merito della decisione presa va senz'altro censurato il metodo adottato si ricorda che esistono istituti contrattuali che impediscono l'adozione di atti unilaterali, nel rispetto delle prerogative sindacali a tutela dei Lavoratori e si chiede di essere convocati per affrontare tutte le tematiche qui proposte.

p/RdB-CUB Pubblico Impiego Settore Agenzie Fiscali, Stefania Lucchini