CONTRATTO SI MA COSI'

Roma -

La grandissima partecipazione dei lavoratori alla manifestazione/presidio indetta giovedì 12 ottobre dall’ USB davanti all’ARAN, ha finalmente riacceso i riflettori sul contratto dei lavoratori pubblici.

Un anno fa CGIL, CISL, e UIL sbandieravano nei nostri uffici di essersi accordati con il governo per miseri 85 euro lordi, mentre noi denunciavamo l’irrisorietà di quegli stanziamenti, dopo ben otto anni di blocco contrattuale.

Ora hanno alzato una cortina di silenzio sul nostro contratto, mentre nei pochi incontri ufficiali tenutisi all’ARAN si parla, anziché di risorse economiche, di sottrazione di diritti per i lavoratori.

A pochi giorni dal varo della legge di stabilità che dovrebbe integrare lo stanziamento per i rinnovi contrattuali, il presidio del 12 ha rotto quel muro di silenzio che avvolgeva la questione contrattuale: 300 euro di aumento contrattuale uguale per tutti, un ordinamento professionale che riconosca la professionalità dei lavoratori, ed un piano massiccio di assunzioni, non sono un libro dei sogni, ma i contenuti che un contratto deve avere per segnare un avanzamento della condizione salariale e normativa dei lavoratori!

Le nostre proposte sono state rappresentate da una folta delegazione di delegati e lavoratori nell’incontro tenutosi con il Presidente dell’Aran, ma le risposte provenienti dalla controparte hanno segnalato la distanza delle posizioni e rafforzato le ragioni dello sciopero generale del 10 novembre indetto dall’USB.

Tantissimi i lavoratori delle Agenzie Fiscali, provenienti dagli uffici di Roma, ma anche da altre regioni che hanno partecipato alla manifestazione del 12 ottobre.

E’ il segnale di un malessere che attraversa da tempo il nostro comparto, immerso in un caos organizzativo senza precedenti, con un clima interno pessimo, frutto di scelte manageriali disastrose, divisive, ed improntate a premiare pochissimi e a lasciare al palo la stragrande maggioranza dei lavoratori.

La propaganda sul merito e l’introduzione di meccanismi di valutazione ha fatto poi il resto, generando sempre maggiore sofferenza tra i lavoratori oberati da carichi di lavoro divenuti oramai insopportabili, mentre sempre maggiori responsabilità e rischi professionali, che dovrebbero esser proprie dei dirigenti, vengono riversati sul personale.

Proprio in questi giorni si sta discutendo in Parlamento della riforma delle Agenzie Fiscali.

La nostra posizione è chiarissima: se veramente si vuole riconoscere il ruolo specifico dei lavoratori del Fisco non si può che partire dall’investire sul personale e dal riconoscimento professionale e salariale dei lavoratori.

La battaglia per ottenere un contratto vero con aumenti veri si intreccia, quindi, con le rivendicazioni specifiche del nostro comparto e saranno al centro della partecipazione dei lavoratori del Fisco allo sciopero generale del 10 novembre.

  • Contratto Agenzie Fiscali con 300 euro di aumenti mensili uguali per tutti;
  • Stabilizzazione del salario accessorio e progressioni economiche per tutti;
  • Nessuna valutazione;
  • Ordinamento professionale capace di dare sbocchi professionali a tutti i lavoratori;
  • Tutele contro i rischi professionali;
  • Riforma delle Agenzie Fiscali che investa veramente sui lavoratori.