Dogane Monopoli - Riorganizzazione, POER, straordinario, produttività e … DEMOCRAZIA SINDACALE.

Roma -

È stata una riunione ricca di temi all’ordine del giorno quella che si è tenuta giovedì scorso all’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Nonostante questo è stata una riunione incompleta.

Mancava, infatti, l' USB, ovvero una sigla maggiormente rappresentativa che ha deciso di non firmare il contratto valutandolo fortemente regressivo per i lavoratori e che per tale ragione non era stata convocata. Per questo, dopo l’assemblea che contemporaneamente si è tenuta a piazza Mastai, una nostra delegazione si è presentata alla riunione rappresentando al tavolo il deficit di democrazia determinato dall'applicazione delle previsioni ricattatorie dell’art. 7 del CCNL Funzioni Centrali: un articolo contro il quale USB sta conducendo una forte campagna e che abbiamo già impugnato davanti ai Giudici per ripristinare nei posti di lavoro la democrazia sindacale.

Al nuovo Direttore abbiamo posto un problema che pertanto non può essere considerato solo nostro (che continueremo a far sentire la nostra voce sia sui tavoli che fuori) perchè dovrebbe essere l’Agenzia per prima, ad esempio, ad avere interesse a che un processo di riorganizzazione parta con il coinvolgimento di tutti, al di là di quello che dice il contratto e l’Aran.

All’indomani della riunione il Direttore ci ha contattato comunicandoci che gli argomenti da noi esposti saranno presi in considerazione ed oggetto di un approfondimento. Dal canto nostro ci aspettiamo delle valutazioni diverse già dalla prossima riunione.

Riorganizzazione l’Agenzia ha deciso di procedere per step, rimandando di 18 mesi quello che sarà l’assetto definitivo e iniziando con modifiche che in un primo momento non toccheranno le articolazioni territoriali.

A livello regionale l’unica sostanziale modifica sarà per il momento quella dell’accorpamento delle funzioni dei Distretti nelle Aree del personale. Rimandiamo alla lettura dello schema di presentazione allegato le modifiche a livello centrale.

Anche se rimarrà inalterata l’attuale dislocazione sul territorio, il primo passo verso l’integrazione degli uffici dei monopoli e quelli delle dogane verrà però compiuto, portandoli entrambi sotto la competenza del Direttore regionale/interregionale. Questa era per noi un passo fondamentale, necessario da tempo e non più rinviabile, per il resto pensiamo che la scelta di procedere per gradi sia una scelta sensata.

Poer: è la soluzione (assai discutibile) con la quale si prova a risolvere l'annosa questione degli incarichi dirigenziali dopo la sentenza della Corte del 2015. Di fatto si crea una sorta di vice dirigenza disciplinata per legge e quindi sottratta alla disciplina contrattuale che doveva essere l’ambito naturale nel quale eventualmente collocare quelle posizioni. Si sta invece dando vita ad un vero e proprio ordinamento professionale parallelo con il risultato che ci troviamo in una amministrazione in cui paradossalmente può essere più semplice conseguire una Poer piuttosto che passare dalla I^ alla II^ area. Altro aspetto critico riguarda la temporaneità degli incarichi, che pone questa area “semidirigenziale” in una condizione di perenne ricattabilità. Tutto questo è estremamente distante dalla nostra idea di carriera e dell’ autonomia che figure di elevata responsabilità dovrebbero avere in una pubblica amministrazione.

Straordinario: Amministrazione e sindacati firmatari si sono affrettati a chiudere un accordo che riporta il limite di 200 ore annue fissato nel contratto nazionale a 600 ore, prorogando così un’anomalia che caratterizza il nostro Fondo rispetto alla generalità delle altre amministrazioni: nella nostra Agenzia siamo chiamati ad effettuare prestazioni di lavoro supplementare per ricevere soldi che potrebbero andare a retribuire meglio il nostro lavoro ordinario.

Si ripete così quella che in passato definimmo una “colletta” dei Lavoratori per tenere aperte le dogane. Allora riuscimmo a superare l’istituto della Rsp e a ridimensionare il problema, ma per il resto ci sentimmo obiettare che lo stanziamento dello straordinario non appartiene al Fondo ed entra nella sua costituzione con un vincolo di utilizzo.

Se questo poteva essere un discorso valido prima dell’avvento del regime dei tagli e dei tetti (2004), non lo può essere ora, dopo che per anni queste risorse sono state considerate parte integrante dei Fondi quando si sono dovuti quantificare i tagli ed applicare i tetti. Lo sono solo quando si tratta di quantificare i tagli?

Se quegli stessi tagli al salario accessorio che annualmente abbiamo subito, e che sono rimasti nelle casse dell’Agenzia, fossero spesi per sostenere i costi dello straordinario senza intaccare il nostro Fondo gli importi dell’acconto sulla produttività siglato giovedì sarebbe potuto essere raddoppiati.

La necessità di rivedere i limiti annui dello straordinario doveva e poteva essere un' occasione per imporre scelte diverse: occasione non colta dai sindacati firmatari, i quali hanno aggiunto alla loro collezione un altro pessimo accordo.