Dogane e Monopoli - Arriva la valutazione nelle progressioni economiche!

Roma -

Da anni i lavoratori pubblici sono nell'occhio del ciclone sulla spinta di campagne mediatiche create ad arte, che mirano ad identificarli come fannulloni, assenteisti, furbetti del cartellino, ruba-stipendi. 

Queste campagne, che vedranno il prossimo step con la rilevazione delle impronte digitali all'ingresso ed all'uscita, quasi fossimo dei ladri da schedare, hanno portato da una parte ad un clima pesante ed insostenibile all'interno degli uffici, dall'altra, in nome del falso mito della meritocrazia, hanno messo i lavoratori l'uno contro l'altro, sottoponendo parte del nostro salario alla cosiddetta valutazione di brunettiana memoria.

Adesso però l'Agenzia delle Dogane e Monopoli è pronta ad usare la valutazione anche per determinare le progressioni economiche, contribuendo ulteriormente ad alimentare divisioni tra i lavoratori.

Questo, infatti, è quanto emerso dai primi incontri tra l'amministrazione ed i sindacati firmatari del pessimo CCNL, per cui, a differenza di quanto accaduto sinora, la valutazione entrerà nei criteri per determinare le progressioni.

Eppure nulla è cambiato rispetto agli anni passati quando ai tavoli c'era anche l'USB, ora pretestuosamente esclusa per non aver voluto avallare un contratto punitivo nei confronti dei lavoratori. Non c'era e non c'è nessun obbligo di introdurre la valutazione tra i criteri che determineranno le progressioni, infatti, neppure il pessimo CCNL che con gli articoli 77-78 introduce la valutazione nella "performance individuale" con conseguenze disastrose che scopriremo nell'erogazione del salario accessorio 2018, nulla dice in merito alla valutazione nelle progressioni economiche.

È superfluo ricordare che la valutazione nulla ha a che vedere con il merito e con le professionalità, ma servirà solo a permettere al dirigente di dividere  ulteriormente il personale in buoni e cattivi, per cui l'eventuale introduzione tra i criteri nelle progressioni, costituirebbe quindi l'ennesimo strumento che cgil-cisl-uil-salfi-flp consegnano all'amministrazione per decidere il futuro dei lavoratori. 

Amministrazione e sindacati compiacenti dunque non si preoccupano del contratto scaduto senza che si parli di rinnovo, che si siano tagliati ben 14 milioni dalle risorse che costituiscono il nostro fondo, che si sia glissato sull'ordinamento professionale all'interno del contratto e che vengano bloccate le riunioni della commissione paritetica all'Aran che sembra interessare solo all'USB, ma trovano il modo di viaggiare spediti verso ulteriori penalizzazioni nei confronti dei lavoratori.

Uno scenario sempre più inquietante, non c'è dubbio.