Veneto - Entrate, a Venezia Fantozzi torna in auge?

Venezia Mestre -

Da un po’ di tempo a questa parte all’amministrazione non basta più che il carico di lavoro assegnato ai propri collaboratori venga svolto nei tempi previsti e con adeguata professionalità e qualità. Ora, bisogna anche dimostrare che la macchina fiscale-catena di montaggio funziona bene, anzi meglio e a  pieno regime.

Così succede che lavorare all’Agenzia delle Entrate di Venezia , è sempre più pesante.

I lavoratori si trovano, infatti, di fronte, oltre al proprio compito da svolgere come carico di lavoro individuale teorico, anche a tutta una serie di controlli effettuati dalla dirigenza.

Vengono ad esempio controllati i tempi delle transazioni telematiche occorrenti per espletare una pratica e, attraverso una discutibile valutazione, vengono ripresi verbalmente i lavoratori che, per qualche manciata di minuti in più,  si discostano dalla media oppure si vogliono i lavoratori incollati alla sedia obbligati a chiedere permesso per andare in archivio, in segreteria, da un collega per un consiglio o per andare in bagno.

Alcuni lavoratori subiscono un’ingerenza nella propria valutazione soggettiva della “qualità” che possono spendere nelle varie lavorazioni per un controllo efficace e qualitativamente accettabile anche se, nella settimana, il loro carico di lavoro viene completato nei tempi stabiliti.

Le valutazioni dei superiori prevedono in sostanza una omogeneità di comportamenti e una “media lavorativa a tempo”  per ciascuna pratica,  non  giustificabile dalla diversa complessità  delle lavorazioni eseguite e dalla  necessaria consultazione della normativa.

A questo disagio ci si può aggiungere, come aggravante, il metodo gerarchico “a discesa” attuato per i rimproveri verbali, i controlli sugli spostamenti fisici dei lavoratori e altro, alcuni dei quali piuttosto “indignitosi”.

Tutto ciò ci pare vada in una direzione contraria a quella di un buon andamento dell’ufficio il così detto “benessere organizzativo” e, ovviamente, non potrà che sfociare in un malcontento che avrà inevitabili conseguenze sul raggiungimento degli obiettivi che, “interessano” tanto i nostri dirigenti.