Veneto - Entrate, diritto alla salute, alla sicurezza e all'incazzatura

Vicenza -

I lavoratori della Dp di Vicenza sono “sul piede di guerra” decisi a mobilitarsi per far rispettare la propria salute, sicurezza e stabilità.

Oltre l’annunciata chiusura dell’ufficio di Arzignano, si protrae e peggiorano le condizioni dello stabile della sede principale in Corso Palladio in pieno centro storico di Vicenza.

Stanchi di soffrire gli sbalzi di temperature di tutti i periodi dell’anno e i disagi di un inadeguato impianto elettrico che quando salta spegne computer e server bloccando tutta l’attività dell’ufficio, per non parlare degli allagamenti per le rotture di tubazioni.

Ormai l’ufficio è in una situazione tragica: una delle due caldaie del riscaldamento ha smesso di funzionare e l’altra funziona a tratti. Nei piani alti, la mattina presto, è possibile incontrare Amundsen con slitta e cani, convinto di avere trovato il polo sud.

Combinando in modo diabolico il pessimo impianto elettrico con l’uso, obbligato, di stufette elettriche per evitare il congelamento si sovraccarica l’impianto con forti rischi di corto circuiti. Qualche tempo fa c’è stato perfino un principio di incendio, mentre i server continuano a saltare paralizzando l’ufficio.

D’estate esiste il problema inverso, il caldo, spinge all’uso dei  condizionatori, pochi e mal funzionanti che producono, però, gli stessi effetti delle stufette d’inverno.

Se a questo si sommano i problemi strutturali: muri scrostati, macchie d’umido estesissime, il terremoto dello scorso anno che ha aperto delle profonde crepe al terzo piano, (in passato già stato interessato a crolli); quelli della sicurezza: mancano le uscite d’emergenza, c’è un piano rialzato assolutamente inidoneo che viene destinato ad accogliere pubblico, ricambio d’aria insufficiente, soprattutto al front office e poi spazi ristretti, fogne mal fatte per cui quando piove il tanfo risale in alcune stanze con effetti nauseabondi, la mancanza di  parcheggi, le condizioni igieniche precarie, cortili pieni di piccioni, vivi e morti, zecche ritrovate nei bagni … si può capire e comprendere l’incazzatura dei lavoratori.

E l’Amministrazione invece di intervenire cosa fa? Pensa che la soluzione sia chiudere altri uffici e far confluire altro personale in queste condizioni da denuncia penale.

I lavoratori l’8 febbraio hanno dichiarato il loro stato di agitazione, in allegato trovate la petizione inoltrata alla Direzione Regionale, e sono pronti a dare battaglia per riconquistare diritti e dignità.

Scarica la mozione dei lavoratori in fondo alla pagina.