Entrate, contro la chiusura degli uffici occorre mobilitarsi

Necessaria una mobilitazione che coinvolga cittadini e istituzioni

Roma -

Con la consueta informativa l'Agenzia delle entrate ha comunicato la chiusura di altri tre uffici.

Dopo la chiusura dei 17 uffici avviata nel 2012, ai quali si è presto aggiunta la chiusura di altre 11 sedi tra il Veneto ed il Piemonte, ora è la volta degli uffici di Fabriano, Camerino e Recanati (complessivamente si tratta di circa 140.000 cittadini lasciati senza servizi fiscali).

Uno stillicidio portato avanti speditamente e con tempi diversi per evitare di compattare un fronte che si opponga unitariamente ad un piano generale di chiusura degli uffici la cui dimensione non è dato conoscere.

USB ha da subito denunciato la pesantezza dell'operazione che si stava mettendo in campo in nome della spending review, promuovendo iniziative e momenti di mobilitazione anche a carattere nazionale che avevano al centro la necessità di investire sul fisco e di opporsi senza ambiguità alla chiusura delle sedi e alla conseguente mobilità del personale.

Le altre OO.SS a parole si dicono contrarie alle chiusure ma nei fatti le accompagnano: minimizzano la portata generale dell'operazione, si guardano bene dal contrastarla con azioni politicamente concrete e addirittura firmano un vergognoso protocollo sulle "ricadute" per il personale delle chiusure di sedi. È successo il 30 luglio scorso. Quel protocollo di intesa, in nome del minor danno possibile, non solo copre sindacalmente i provvedimenti di chiusura delle sedi lasciando mano libera all'amministrazione circa la riallocazione del personale, ma spalanca le porte ad una ancora più consistente riorganizzazione attraverso la mobilità dei team delocalizzati.

Che per il management di questa Agenzia il problema centrale non sia la lotta all'evasione e quindi la difesa ed il potenziamento dei presidi di legalità sul territorio, ma bensì l'abbattimento della spesa pubblica (gli uffici finanziari sono forse sperpero di spesa pubblica???) ce lo sentiamo ripetere in continuazione.

Che però le OO.SS appoggino palesemente questi processi crediamo che costituisca fatto ancor più grave. Tra le OO.SS (CGIL, CISL, SALFI e FLP) firmatarie dell'accordo sulla chiusura degli uffici si distingue l'FLP. Dopo aver avallato con il protocollo di intesa i processi di chiusura degli uffici, questa O.S ha inviato una lettera surreale e fuori tempo massimo al Direttore dell'Agenzia per chiedere la sospensione della chiusura dei tre uffici in questione perché non compresi nel piano di chiusura del 2013 (è solo questo il problema?). Folgorazione sulla via di Damasco, schizofrenia, ingenuità? Nulla di tutto questo: è la consueta doppiezza di una O.S che abbaia fuori dai tavoli e poi scodinzola e firma accordi in trattativa, intrattiene corrispondenze epistolari con l'amministrazione tramite letterine e richieste di convocazione, ma non mette mai in campo alcuna iniziativa concreta per contrastare i processi che stanno attaccando la macchina fiscale e i diritti dei lavoratori.

Crediamo che prendere in giro così palesemente i lavoratori in un momento talmente pesante sia quanto meno di cattivo gusto perché per contrastare questi processi occorrono in primo luogo posizioni chiare e precise.

USB è senza equivoci e senza esitazioni al fianco dei lavoratori coinvolti dai processi di chiusura ed  è già a disposizione per promuovere tutte le iniziative necessarie per contrastare i progetti dell'amministrazione.

Per questo l'USB ha già tenuto giovedì 20 settembre a Fabriano una prima assemblea nella quale ribadisce la netta contrarietà a ogni chiusura di sede e ha avviato un confronto con le istituzioni e la cittadinanza per scongiurare la chiusura delle sedi con soluzioni che riguardino la totalità del personale coinvolto.

Accanto alle necessarie iniziative locali crediamo che sia necessario dare continuità alla mobilitazione con iniziative diversificate: dalle assemblee canoniche, ai presidi, ad azioni capaci di entrare in contatto con i lavoratori, la cittadinanza, le istituzioni. La chiusura degli uffici e quindi la dismissione di servizi, deve inevitabilmente investire anche la popolazione e le autorità politiche territorialmente competenti con le quali aprire da subito un tavolo di confronto. 

Proprio perché crediamo che la mobilitazione debba avere il più ampio respiro possibile, l'USB invita i lavoratori di Fabriano, Camerino e Recanati, ad aderire ai 10 giorni di mobilitazione che abbiamo indetto a livello nazionale nella prima decade di ottobre. In quella mobilitazione,  che ci porterà allo sciopero generale del 18 ottobre, si svolgeranno, in tanti uffici, iniziative, assemblee e momenti di mobilitazione sulla base di una piattaforma che avrà al centro, sia i percorsi di valorizzazione del personale, sia la necessità di investire sul fisco a cominciare dall'opposizione ferma ad ogni ipotesi di chiusura degli uffici. Si tratta di una straordinaria occasione anche per i lavoratori di Fabriano, Camerino e Recanati, per mettersi in sintonia con i lavoratori degli altri uffici, nell'ambito di una comune battaglia generale.

In questa ottica si colloca anche lo sciopero generale del 18 ottobre: altra importante opportunità  per ribadire la necessità di un sistema fiscale equo che investa sul nostro comparto e rilanci  i servizi pubblici, anziché dismetterli.