ANCORA CHIUSURA DI UFFICI! MA SARÀ VERO RISPARMIO?

USB vigilerà sui costi di tutte le operazioni!

Roma -

L'Agenzia delle Entrate scopre le carte del mega piano di riduzione dei costi di locazione, seppure fra mille reticenze. Come avevamo facilmente previsto, si tratta di un piano che sconvolgerà l'assetto organizzativo e territoriale della nostra amministrazione e che porterà a un pesantissimo taglio di servizi pubblici territoriali.

 

Ancora una volta la spending review e la razionalizzazione della spesa pubblica si rivelano per quello che sono: una truffa ai danni di lavoratori e cittadini che subiranno la chiusura di altre 53 sedi territoriali dell'Agenzia secondo l'elenco che pubblichiamo qui.

 

In molti casi non resterà più un presidio territoriale del Fisco mentre in altri la presenza dei servizi fiscali sarà lasciata a qualche sportello decentrato.

 

Quando si decide di abbandonare il territorio per noi è una sconfitta dello Stato.

 

Dalla chiusura di questi 53 uffici a cui vanno aggiunti i 50 già chiusi nel biennio scorso con un poco lungimirante accordo sindacale, e i 6 già presenti nel piano del 2012 ma non ancora soppressi, si ricaverà un "risparmio" di 5 milioni di euro. Le virgolette sono d'obbligo perché a nostro avviso il risparmio non ci sarà per almeno due ragioni.

 

La prima è che siamo purtroppo abituati dalla cronaca a scoprire quali voraci interessi e appetiti si accendono dietro operazioni di questo tipo che in passato hanno generato costi sociali ben più alti dei presunti risparmi realizzati.

 

La seconda ragione è che in realtà ci saranno costi maggiori scaricati sui lavoratori (calcoliamo approssimativamente 1500 nuovi colleghi pendolari) e sui cittadini che non potranno più fruire dei servizi fiscali nella loro città.

 

Lo schema è ormai noto: si fa cassa sulla pelle di lavoratori e utenti in nome del risanamento del debito pubblico dietro il quale c'è invece lo smantellamento dei servizi pubblici, del welfare, dello stato sociale a vantaggio dei privati che offriranno gli stessi servizi ma a pagamento. I CAF e gli studi tributari, nel nostro caso, avranno buon gioco nel diventare intermediari fra i cittadini e gli uffici che si allontanano sempre di più. E ovviamente lo faranno a pagamento.

 

Questo purtroppo però è solo l'inizio. Altri 40 milioni di euro di risparmio, cioè la parte più significativa, arriverà dalla "saturazione degli immobili demaniali", dalla "riduzione degli spazi individuali di lavoro" e dall'accorpamento degli uffici. Sarà un vero e proprio terremoto.

 

Sebbene l'Agenzia sia stata molto reticente, ed evidentemente in difficoltà nell'esporre i dati (cosa che ha fatto solo in parte, rimandando la palla sul campo dei Direttori regionali ai quali stiamo già scrivendo per chiedere immediata e urgente convocazione), il quadro che emerge è devastante.

 

A Cagliari si profila la chiusura di tutti gli uffici finanziari e il loro trasferimento in località Simeto, nell'ottica dello sviluppo del tessuto urbano che evidentemente deve essere ancora ben lontano da località Simeto.

A Milano verrà trasferita la DP2, a Bologna fa le valigie l'intera Direzione regionale, in Abruzzo la DR inaugurata appena due anni fa trasloca insieme a tutti gli altri uffici finanziari che verranno riallocati in due caserme.

Anche a Roma, dove già USB aveva denunciato l'avvio di una grande operazione di accorpamento degli uffici ci sarà una rivoluzione immobiliare.

A Napoli tutti gli uffici verranno trasferiti in via Diaz e Caserma? Bianchini

A Torino gli uffici territoriali diventeranno 3

Lo stesso accadrà o sta’ già accadendo a, Reggio Calabria, Caserta, Pescara e chissà dove ancora.

 

Nei prossimi quattro anni saremo costretti a lavorare fra chiusure e accorpamenti, fra immobili da rimettere a norma prima che vengano rilasciati e altri demaniali che dovranno essere rifatti dalle fondamenta per poter essere utilizzati.

 

Su questa presunta operazione di risparmio si allunga l'ombra nera della cartolarizzazione di Tremonti, da cui lo Stato ricavò appena tre miliardi di euro, regalando a privati (banche, immobiliari, ecc.) immobili che valevano anche dieci volte tanto. Non solo, ma impegnandosi anche a pagare affitti onerosissimi per dieci, quindici anni, mentre le proprietà smettevano di fare perfino la manutenzione ordinaria e le condizioni quotidiane di sicurezza e salubrità peggioravano per lavoratori e cittadini.

 

Oggi quegli immobili vanno rilasciati ai legittimi proprietari, per un presunto dovere di risparmio sui canoni d'affitto non senza però averli rimessi a posto ovviamente con i soldi pubblici. In tutto questo ci vediamo una beffarda presa per i fondelli, volta come sempre a favorire interessi innominabili che continuano a vivere parassitariamente sui servizi pubblici, sui diritti dei lavoratori, sulla dignità delle persone.

 

USB vigilerà, chiedendo a tutte le Direzioni Regionali i costi di tutte le operazioni che verranno messe in campo.

 

E mentre tutto ciò accade, i nostri contratti sono ancora bloccati e il governo Renzi ha stanziato circa 300 milioni di euro per il loro rinnovo. Siamo a circa 8 euro lordi! E prima del rinnovo, il governo ha imposto all'Aran l'apertura del negoziato per la riduzione dei contratti pubblici per poter tagliare ancora retribuzione, diritti, servizi pubblici.

 

A tutto questo si può rispondere con la rassegnazione o con USB. Il prossimo 16 ottobre a Roma, presso il Ministero della Pubblica Amministrazione, sotto le finestre del ministro Madia, abbiamo convocato un'assemblea pubblica nazionale open air, rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori della PA ma anche ai cittadini che chiedono più servizi pubblici e più efficienti.

 

Lì grideremo forte il nostro diritto a una retribuzione dignitosa, il no alla riduzione dei comparti, al taglio dei servizi pubblici, alla chiusura degli uffici e alla mobilità forzata. Riprendiamoci i nostri diritti, la nostra dignità, prima che si portino via tutto.