Entrate - Progressioni economiche: COSA STA SUCCEDENDO?

Roma -

La prevista riunione del 21 marzo sulle progressioni economiche è stata rinviata a seguito di una nota unitaria siglata da CGIL, CISL, UIL e SALFI, alla quale si è aggiunta, in corsa, anche l'FLP.

La nota unitaria subordina la ripresa del negoziato sulle progressioni all'incontro con l'autorità politica sulla riorganizzazione delle Agenzia (rispetto alla quale avevamo come USB inviato una richiesta di incontro già mesi fa, recentemente reiterata clicca qui), e sulla necessità di implementare le risorse del salario accessorio e di modificarne la natura, da risorse variabili in risorse fisse.

Se si afferma che vi è penuria di risorse per garantire un ciclo completo di progressioni economiche, perché, allora, CGIL, CISL, UIL e SALFI hanno siglato la pre intesa del 14 dicembre dove venivano stanziati solo 17 milioni su 40 disponibili? Se ritengono ora, che le risorse sono insufficienti, sembra quanto meno contraddittorio averne stanziate meno di quelle disponibili!

Se vi è penuria di risorse, per quale motivo si è concesso all'amministrazione nel corso degli anni di continuare a pagare PO e IR con risorse fisse?

Ci sembra, allora, che questa nota unitaria sia un po' l'escamotage per uscire da un cul de sac nel quale queste OO.SS hanno costretto il negoziato, sia con la previsione di risorse misere, sia spalancando le porte all'arroganza e all'ostinazione dell'amministrazione sulla valutazione già ampiamente sdoganata con gli accordi siglati per le progressioni economiche del 2010 e del 2015. Il tema della valutazione è, infatti, uno dei nodi politici di questa trattativa che segna tutta la distanza tra i lavoratori, che hanno ben compreso l'utilizzo che l'amministrazione vuol fare di questo strumento, e l'ambiguità di CGIL, CISL, UIL e SALFI che comunque credono nello strumento della valutazione tanto da inserirlo nelle loro piattaforme per i rinnovi contrattuali.

Insomma, queste OO.SS provano a buttare la palla avanti, manifestando tutta la loro difficoltà, come è chiaramente emerso nelle mobilitazioni condotte in questi mesi da USB e culminate nella giornata nazionale del 13 marzo con decine di assemblee e migliaia di lavoratori coinvolti.

E giusto per completare il quadro, vogliamo segnalare che a seguito della decapitazione degli incarichi dirigenziali frutto della sentenza della Corte Costituzionale, sostituiti dalle POT, l'Agenzia delle Entrate risparmia annualmente 15/20 milioni (e ci stiamo tenendo bassi) considerata la differenza di retribuzione, base e di risultato, percepita dagli incaricati rispetto alle POT.

Che fine hanno fatto quei soldi? Se sono tornati nella disponibilità dell’Agenzia possono senz’altro essere utilizzati per pagare le PO e gli IR senza continuare ad erodere il nostro salario accessorio. Quando ripetiamo che le PO e gli IR devono essere pagate con fondi propri dell'Amministrazione, quindi, non diciamo una cosa insensata o velleitaria ma, al contrario, facciamo un ragionamento di buon senso ed economicamente sostenibile.

I soldi ci sono eccome, ma guarda caso quando bisogna riconoscere professionalità a tutti i lavoratori, improvvisamente si volatilizzano!

La trattativa deve essere ripresa mettendo sul piatto tutte le risorse disponibili e senza valutazione: su questi contenuti siamo disposti ad una mobilitazione unitaria purché sia vera, chiara nei contenuti e non si limiti a qualche comunicato più o meno aggressivo. I lavoratori hanno dato ampiamente dimostrazione di essere disposti a fare la loro parte e a mettersi in gioco.

Naturalmente non ci sottrarremo al confronto sindacale con l'autorità politica per implementare il nostro salario accessorio e mutarne la natura, argomenti che da sempre sono al centro delle nostre iniziative sindacali.

Ciò che non ci convince proprio è pensare, a bocce ferme, senza mobilitazione e senza conflitto, di strappare qualcosa al tavolo di confronto con l'autorità politica.

Un copione già visto troppe volte in questi anni.