RIOGANIZZAZIONE AGENZIE FISCALI: UN PREOCCUPANTE SILENZIO

Roma -

Nonostante le allarmanti notizie apparse sui giornali, nonostante i vertici dell’Agenzia e l’autorità politica siano stati da noi sollecitati con ben due richieste di incontro (18 ottobre 2016 e 20 marzo 2017), ad oggi, ancora nessun confronto si è tenuto con le OO.SS.

Non abbiamo la sfera di cristallo e non sappiamo quale scenario si sta delineando, ma sappiamo bene che esistono spinte per regolare definitivamente i conti con le Agenzie Fiscali.

Quando a ridosso del referendum costituzionale l’allora governo Renzi avviò la trasformazione di Equitalia da spa in ente pubblico economico, manifestammo subito il timore che questa operazione potesse essere prodromica alla trasformazione di tutto il comparto in E.P.E.

Non un allarmismo ingiustificato ma un timore che poggiava le basi anche sulle  relazioni del FMI e dell’OCSE tanto magnificate dai vertici di questa amministrazione ed anche dai sindacati. Quelle relazioni contengono, a nostro avviso, elementi preoccupanti ed insidiosi, che stanno fornendo un assist a chi spinge per far uscire le Agenzie Fiscali dal perimetro della PA.

A più riprese in quei rapporti si fa riferimento alla necessità di una maggiore autonomia del comparto in ambito di assunzione e promozione del personale e si cita, come esempio, proprio il Demanio al quale, appunto, è stato riconosciuto lo status di ente pubblico economico.

Da troppo tempo appetiti di vario tipo si concentrano sul nostro comparto e si spendono fiumi di parole sull'autonomia delle Agenzie Fiscali. Un'autonomia prematuramente sbandierata, poi promessa, diventata infine una parola a cui ricorrere e in cui rifugiarsi quanto più è evidente che i fatti sono andati in tutt'altra direzione.

Vincoli privatistici si sono aggiunti a quelli di finanza pubblica, l'indipendenza dall'autorità politica non ha impedito l'invadenza legislativa su qualsiasi aspetto, anche se è sicuramente servita a chi in questi anni ha avuto l'autorità di decretare, regolamentare, indirizzare, per sottrarsi ad un vero confronto sindacale.

Ora siamo al paradosso che quell’autonomia viene invocata per giustificare una deriva privatista del nostro comparto!

La tavola è stata apparecchiata da tempo: la propaganda sulla tax compliance, la trasformazione del Fisco in consulente delle imprese, l’aumento del tax gap salito di oltre 3 miliardi dal 2012 al 2014 come evidenziato recentemente dalla Commissione del Ministero dell’Economia, ma anche una deriva aziendalistica nella gestione del personale, hanno preparato il terreno ad un allontanamento del Fisco dalla sua funzione sociale e dalle finalità che la Costituzione gli assegna.

E’ in questo quadro che si fanno avanti le spinte alla privatizzazione del comparto.

Le conseguenze di una eventuale privatizzazione sarebbero devastanti per i lavoratori (fuoriuscita dall’ambito pubblico, libertà assoluta in materia di gestione del personale, inasprimento del clima lavorativo, assoggettamento al job act, ecc) ma soprattutto minerebbero alle fondamenta la funzione inderogabilmente pubblica della lotta all’evasione.

Smantellamento della funzione pubblica del Fisco e deriva aziendalistica nella gestione del personale si legano in maniera indissolubile e ci danno la dimensione della partita che si sta giocando.

Come USB non attenderemo a braccia conserte che l’autorità politica ci conceda un incontro.

Il tempo dell’attesa sta scadendo, valuteremo in questi giorni le iniziative da mettere in campo.