Sicilia - Entrate, insensibili alle necessità dei lavoratori

Siracusa -

Ma quale clima pesante si vive in Agenzia, dove non esistono più rapporti umani e i lavoratori sono considerati come ore di produttività da raggiungere senza valutare le condizioni di anzianità e di salute.

 

Costretti a lavorare ormai sino alla soglia dei 70 anni per un assurda norma imposta da un governo illegittimo che si innalza automaticamente, dirigenti non curanti dell’età e delle condizioni di salute dei propri dipendenti continuano a caricarli di lavoro anche per la sistemazione degli archivi.

 

Non ci si accorge nemmeno che si sta lavorando con temperature torride che affaticano ulteriormente lo svolgimento delle lavorazioni, specialmente per gli accessi esterni considerato che l’amministrazione non fornisce auto dotate di impianti di aria condizionata, o meglio, non fornisce proprio l’auto.

Se poi il lavoratore è malato e spiega dettagliatamente al “superiore” le proprie difficoltà l’amministrazione invece di intervenire prontamente richiedendo una visita al medico di controllo si permette di sostituirsi al medico dichiarando che: “i capogiri e la pressione bassa sono fastidi che abbiamo tutti quanti. Ritengo, quindi, che tali fastidi non possano rappresentare una causa ostativa all'espletamento degli accessi. Come, anche, ritengo non possa rappresentare una causa ostativa all’espletamento dell’attività esterna, la cennata “Cheratosi attinica multipla” (tumore della pelle che a causa dell’esposizione ai raggi solari genera lesioni multiple con desquamazione e può degenerare in Carcinoma squamocellulare invasivo).

 

Ma il fatto grave che si nasconde dietro questa e mille altre storie simili a questa è che il precario stato di salute viene anche utilizzato per umiliare il lavoratore che messo a lavorare in coppia con un collega anche lui malato si sente sfottere dicendo “almeno vi fate compagnia nella malattia”. Con una sola frase si viola la normativa sulla privacy e soprattutto la dignità di due persone.

 

Tutto è accaduto senza testimoni altrimenti avremmo preteso, così come accaduto a Monza le dimissioni del “capetto” di turno che si permette di offendere pensando di essere superiore. Si superiore in maleducazione.

Noi non accetteremo altri atteggiamenti del genere a costo di coinvolgere le superiori Direzioni e il Comitato unico di Garanzia per le pari opportunità e il benessere organizzativo perché i lavoratori sono persone da stimare e non oggetti da utilizzare.