ADE e ADM: incontro sulle Convenzioni
Si è tenuto oggi l’annuale incontro sulle Convenzioni dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli alla presenza del Viceministro Leo, il quale ha preannunciato una fase nuova che, attraverso la delega fiscale, si pone come obiettivo un contrasto all’evasione fiscale preventivo, agendo sulla compliance, piuttosto che a posteriori, e che dovrà essere accompagnata anche da una necessaria valorizzazione delle risorse umane di cui dispongono le Agenzie Fiscali.
Nel nostro intervento abbiamo espresso perplessità e preoccupazione rispetto alle scelte di politica fiscale: il clima che si è creato intorno all'Agenzia delle Entrate con inaccettabili esternazioni in merito al lavoro che svolgiamo e l'iter della delega fiscale che prevede da ultimo anche l'annullamento delle sanzioni penali per chi ottempera all'adempimento collaborativo, sono a nostro avviso un pericoloso segnale di cedimento sul piano del contrasto all'evasione.
Abbiamo inoltre evidenziato come la condizione straordinaria in cui ci troviamo richiederebbe interventi e scelte politiche straordinarie, adeguate a dare risposta all’emergenza salariale che coinvolge il nostro settore come tutto il mondo del lavoro.
Una risposta che non può non nutrirsi di interventi tangibili che, per il nostro settore devono tradursi in investimenti che rilancino il ruolo del Fisco attraverso un piano straordinario di assunzioni che copra la ormai insostenibile carenza degli organici, mitigata solo in parte da quelle autorizzate all’Agenzia dell’Entrate dall’ultima Legge di Bilancio, e rappresentino un giusto riconoscimento economico e professionale per i Lavoratori.
Sempre sul fronte delle politiche del personale, abbiamo poi evidenziato il carattere divisivo della valutazione, una leva gestionale che servirà a distribuire risorse in maniera diseguale, proprio mentre queste risorse vengono sistematicamente ridotte.
C’è invece un aspetto nella Convenzione dell’ADE che racchiude e sintetizza la filosofia che ha animato i piani aziendali delle agenzie in questo come negli anni precedenti, laddove si mette in relazione il recupero dell’evasione e il gettito spontaneo previsto per il triennio con il costo sostenuto dall’Agenzia, pianificando i primi in rialzo e i costi percentualmente in diminuzione. Per come vediamo le cose noi, ci viene naturale invertire quell’indice e andare a calcolare per ogni 0,01% d'investimento nella macchina fiscale quanto maggior recupero di evasione si sarebbe potuto ottenere.
Crediamo che il ribaltamento di questa logica non sarebbe solo un buon servizio per chi lavora nell'Agenzia, ma dovrebbe essere la bussola che orienta l'azione di ogni governo che avesse a cuore il rilancio della funzione sociale del Fisco e non la sua mortificazione.
Ma a mortificare la professionalità dei lavoratori è anche la contraddizione che denunciamo in questo tavolo da tempo, e che non potrà che esplodere presto anche fuori da questi tavoli, nei luoghi di lavoro. Ogni anno si riempiono pagine e pagine delle Convenzioni sulla quota incentivante, si fissano gli obiettivi, si monitorano i risultati, si elaborano formule e infine si fanno i calcoli per determinare la quota che spetta al personale.
In realtà a causa dei tagli e dei tetti al salario accessorio che si sono susseguiti negli anni non c’è più alcun legame fra la prestazione lavorativa e la retribuzione di produttività: se raggiungiamo gli obiettivi viene pagata la quota incentivante e una quota pari a quello che riceviamo viene tagliata da qualche altra voce che non trova spazio nei Fondi destinati al personale per il superamento dei tetti… possiamo chiamarli tecnicismi contabili, neutralità finanziaria o gioco delle tre carte, il risultato è sempre che la nostra produttività è più bassa di quella di venti anni fa!
Fino a quando vogliamo far finta di niente e continuare a riempire pagine di formule e calcoli che valgono per tenerci in esercizio ma che non rappresentano più da tempo quello per cui erano nate, ovvero l’incentivazione del lavoro per obiettivi?
Per il resto abbiamo apprezzato alcuni aspetti contenuti nella Convenzione ADM.
C’era bisogno di “normalizzare” una situazione che a nostro avviso negli ultimi anni era sfuggita di mano e d è stato fatto. In particolare apprezziamo di non leggere più riferimenti a stravaganti società in house, una limitazione al ricorso agli art. 19 comma 6 e una riduzione degli investimenti immobiliari che negli ultimi anni ci ponevano il dubbio se stessimo di fronte ad una Convenzione di una Agenzia Fiscale o un contratto di servizi di una Real Estate…
Quello a cui diamo un giudizio assolutamente negativo in questa Convenzione è il Piano del Personale, che ritroviamo immutato rispetto a quello che da mesi contestiamo negli incontri con il Direttore competente. è un Piano non adatto ad attuare al meglio il processo di riqualificazione interna che deve accompagnare il nuovo ordinamento professionale previsto dall’ultimo CCNL, e che per questo va cambiato.
La riunione si è chiusa con l’impegno da parte del viceministro Leo ad aprire dopo l’estate un tavolo tecnico per approfondire le problematiche che investono il nostro salario accessorio rappresentate dai sindacati.