Agenzia Dogane - Si sblocca il CCNI

Ma i Lavoratori rimangono bloccati

Roma -

Abbiamo già avuto modo di sottolineare gli aspetti negativi della preintesa (“lavoro produttivo e non”), diventata oggi ufficialmente il CCNI dell’Agenzia delle Dogane. Nel frattempo è intervenuto a gamba tesa il decreto 112 che rende ancora più deboli i suoi contenuti e più forti le difficoltà per concretizzare gli impegni presi.

 

L’importanza di questi impegni è infatti direttamente proporzionale al vuoto dei contenuti di questo CCNI, che assomiglia più ad uno scadenziario. “Nei successivi 15 giorni”, “entro 30 giorni”, “da attivarsi entro 60 giorni” sono frasi usate troppo spesso per rimandare la soluzione di problemi che rimandabili non dovrebbero più essere. Uno in particolare:

 

i passaggi tra le aree.

 

Avevamo accolto positivamente l’intesa siglata il 29 gennaio che riservava il 50% delle vacanze di organico della Terza area al personale interno e anche la volontà espressa dall’Agenzia di procedere ad una nuova procedura piuttosto che allargare i posti  della vecchia, che va al più presto chiusa. Entro febbraio si sarebbero dovuti fare ulteriori passi nella direzione che ci portava fuori dal vicolo cieco in cui quella procedura ci aveva cacciato. Rimettere mano alla pianta organica era una di questi passi, ma un  anno non è bastato a raggiungere lo scopo.

 

Ora il decreto 112 ci riporta al punto di  partenza con l’obbligo di ridurla di un ulteriore 10%. Con il piano di assunzioni confermato,  la nostra preoccupazione è quella che tutti i tagli si ripercuotano nei posti riservati agli interni.

 

Come nulla fosse, il CCNI si limita a ribadire l’impegno a bandire una  procedura “entro l’anno”,  senza nulla aggiungere in  concreto. Quando arriverà l’ora di stabilire numeri  e  criteri?

 

Dopo sette anni in cui si esprimono solo buone intenzioni sull’argomento passaggi fra le aree, non possiamo più ad aspettare che altri si rendano conto sulla via di Damasco che ora di finirla con i cavilli giuridici e gli escamotage. E’ ora di lottare per pretendere lo sblocco  di una situazione stagnante da oltre vent’ anni.

 

Nell’autunno che si preannuncia caldo, se non si faranno subito dei passi in avanti sull’argomento, aggiungeremo al già fitto calendario di mobilitazioni per contrastare l’ attacco senza precedenti che stanno subendo i lavoratori pubblici,  specifiche iniziative di per reclamare il nostro diritto alla carriera. E noi rispetteremo gli impegni.