Agenzia Entrate - ABRACADABRA

Roma -

Senza aver gettato la maschera né acceso la luce, l'Agenzia delle Entrate tira dritto con la riorganizzazione e conferma la partenza sperimentale a Bologna per il 2 febbraio. Non basta trovarci di fronte a un'amministrazione che mostra di avere dalla sua parte la stessa forza e la stessa arroganza del Governo che la spalleggia; ci troviamo pure a fare i conti con l'eccessiva arrendevolezza del fronte sindacale che si accontenta di aver portato a casa la promessa di aprire entro febbraio un confronto con l'Agenzia proprio sulla riorganizzazione e sulle "ricadute" (leggasi fregature) che coinvolgeranno i lavoratori.

 

Ci limitiamo a osservare che quanto sottoscritto ieri a tarda sera (e forse l'ora non ha agevolato il risultato) non è che una ripetizione di quanto già previsto dalle norme contrattuali e cioè che in caso di riorganizzazione aziendale le parti devono incontrarsi e accordarsi. Devono, non possono. Insomma ieri è stato sottoscritto un verbale d'intesa affinché vengano applicati gli istituti contrattuali. Chi troverà in quelle dieci righe uno straccio di garanzia per chi sarà "sperimentato" dal 2 febbraio, alzi la mano. Così tutto procede allegramente e a passo svelto e l'amministrazione non guarda in faccia nessuno.

 

Ieri dunque si è perso del tempo. Ma qualcosa abbiamo sentito: la proposta di regolamentare la mobilità incentivata (due mesi fa dicevano che non si sarebbe spostato nessuno) o il fatto che il trasferimento da un ufficio territoriale all'altro non sarebbe considerato mobilità (anche se distano chilometri uno dall'altro!), o che i poteri dati ai direttori provinciali sono tanti e tali da preoccupare perfino gli stessi (attuali) dirigenti. Possiamo capirne le ragioni. E se si preoccupano loro, cosa dovrebbe fare il personale?

 

Il momento non è dei migliori e i lavoratori devono farci i conti in fretta, scegliendo da che parte stare, a chi dare fiducia e a chi toglierla, a chi credere e a chi non credere più. La pianta della rassegnazione e del qualunquismo non dà frutti. Noi sappiamo che questi tempi sono anche figli di anni di concertazione e clientelismo. Oggi il ruolo del sindacato è poco incisivo agli occhi dei lavoratori e lo è ancor meno per l'amministrazione che ne conosce i tanti peccati e infatti affonda il coltello nella ferita.

 

Chi si ricorda delle promesse sentite quando avvenne la trasformazione da Ministeri in Agenzie? Guardiamoci intorno, rileggiamo gli ultimi nove anni della nostra storia professionale e verifichiamo quante di quelle aspettative sono state confermate. Quella trasformazione ebbe il sostegno aperto del fronte sindacale (tranne noi). Oggi invece si coglie un certo imbarazzo nel sostenere apertamente che questa riorganizzazione offrirà ricchi premi e cotillons per tutti. Ma l'imbarazzo non vieta di tenere atteggiamenti ambigui, quanto lo possono essere accordi come quello di Bologna e quello di ieri.

 

Noi continueremo a chiedere che si faccia chiarezza su tutti i rischi professionali ai quali tutti i lavoratori andranno incontro. Non crediamo che basteranno dieci giorni di sperimentazione (fasulla) per dare il via libera su scala nazionale. Proviamo piuttosto a immaginare come sarà l'Agenzia delle Entrate fra uno o due anni: abracadabra, sparita! Noi proveremo a smascherare il trucco. Ne abbiamo visti tanti, un po' ce ne intendiamo.