Agenzia Entrate. Al supermercato del sapere
Formazione o Far West? Seconda puntata (continua...)
I contenuti del Piano di formazione 2006 presentato dall'Agenzia delle Entrate non ci soddisfano. La formazione rimane un privilegio di pochi, continua a scavare il solco fra i lavoratori che potranno avvalersi di punteggi acquisiti in un regime di regole disuguali e poco trasparenti. Per noi è fondamentale che il tema della formazione venga discusso in un confronto di più ampio respiro che investa il diritto allo studio.
Sappiamo che l'Agenzia delle Entrate ha stipulato a livello locale alcune convenzioni con università telematiche (private) per il conseguimento delle lauree triennali. Elemento portante delle convenzioni è la possibilità di convertire l'esperienza professionale in crediti formativi (CFU).
In pratica, come dice anche una pubblicità, si può laureare il proprio lavoro.
Non esiste una mappa delle convenzioni a livello nazionale, né siamo stati in grado di capire quali regole sono alla base di queste convenzioni: quanto vale l'anzianità di servizio, quanto la qualifica, chi ha stipulato le convenzioni e con chi?
È nostra intenzione chiedere formalmente all'Agenzia delle Entrate i necessari chiarimenti, perchè un giorno non ci si debba ritrovare con indebite rendite di posizione acquisite in assenza di regole trasparenti e di pari opportunità. Nel frattempo solleviamo, ad uso del pubblico dibattito che ci piace come sempre stimolare e sollecitare, alcuni interrogativi che speriamo trovino autonoma risposta da parte di chi può e deve rispondere:
a) perchè l'Agenzia non pensa di dare ai lavoratori che non possono accedere alla formazione "istituzionale", la possibilità di avere uno sconto sulle tasse d'iscrizione a corsi di laurea, un incremento delle ore di permesso studio, o qualche altro beneficio che possa sostituire la mancata fruizione di un diritto contrattuale?
b) perchè non trovare una soluzione per quei lavoratori senza diploma d'istruzione secondaria (quelli con la licenza media ma non solo) che sono discriminati rispetto agli altri, dato che la loro anzianità di servizio non è spendibile per l'acquisizione di un titolo di studio?
c) perchè un ex C1 che si iscrive a Bologna (per esempio) ha diritto a uno sconto di due anni su tre per il conseguimento della laurea triennale mentre la stessa cosa non succede ad un C1 che lavora a Palermo (sempre per esempio)? Chi ha stabilito quanti crediti formativi valgono un anno di anzianità o una qualifica professionale?
A noi pare che sulla questione della Formazione e Diritto allo studio ci sia da discutere ben oltre il modesto, britannico e inconsistente Piano di formazione 2006.
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