Agenzia Entrate - Dati sull'assenteismo, ma che vuol dire?
Non vorremmo che dietro tanti numeri ci fosse l'intenzione di alzare l'ennesimo polverone sull'assenteismo dei Lavoratori del Fisco (che non esiste).
Un paio di settimane fa l’Agenzia delle Entrate ha trasmesso a tutte le Organizzazioni Sindacali un’informativa riguardante i dati sull’assenteismo negli uffici dell’Agenzia.
Attraverso una articolata e minuziosa sequenza di tabelle e grafici è stata fornita una panoramica sul fenomeno delle assenze per malattia, che a detta dell'estensore doveva sgombrare il campo dai tanti equivoci sollevati da una campagna di stampa denigratoria e disinformante. In effetti, lo scorso inverno la Ragioneria Generale dello Stato aveva creato non poca confusione. Nel tentativo di illustrare il fenomeno dell'assenteismo nella pubblica amministrazione aveva considerato come unico fenomeno i casi più disparati, dal ricovero ospedaliero allo sciopero. Da quella confusione era nata una campagna di disinformazione contro i dipendenti pubblici.
Anche ammettendo le buone intenzioni dell’Agenzia, non riusciamo a comprendere quale sia il senso di alcune proiezioni e quale esigenza abbia legittimato la suddivisione degli uffici in tre liste distinte per grado di virtuosità dell'ufficio. Ci pare che l'ufficio incaricato di questo delicatissimo compito d'indagine si sia lasciato prendere un po' troppo la mano, finendo per fornire ulteriori elementi per alimentare la campagna di disinformazione a cui abbiamo fatto cenno. Per stessa ammissione di chi ha predisposto il materiale, che noi pubblichiamo integralmente sul nostro sito per coerenza con le nostre scelte di trasparenza nei confronti dei Lavoratori, il fenomeno delle assenze per malattia è strutturato in modo tale da non legittimare neppure l'idea di un diffuso assenteismo di cui sarebbe "ammalata" l'Agenzia delle Entrate. E se il fenomeno non esiste, allora perché scervellarsi a perder tempo su liste e classifiche?
Ci assale una preoccupazione: fra poco si dovranno aprire le trattative per il CCNL Agenzie Fiscali scaduto ormai da quasi due anni e non vorremmo che tutto questo vorticare di numeri e cifre servisse a mettere in discussione l'abolizione della tassa sulla malattia. Il nostro è uno dei pochi comparti a conservare questa forma punitiva di decurtazione del salario. Quando si concluse l'ultima tornata contrattuale si riconobbe la necessità di rivederne forme e contenuti.
Ricordiamo, per chiarezza di esposizione, la dichiarazione congiunta numero 2 allegata al CCNL Agenzie Fiscali, sottoscritto in data 28 maggio 2004:
“In relazione alla decurtazione dell’indennità di agenzia nei periodi di assenza per malattia inferiori ai 15 giorni, le parti si impegnano a rivisitare tale istituto in occasione del rinnovo contrattuale del biennio 2004-05”.
Come tutti i Lavoratori sanno, anche per averlo scontato sul proprio salario, nel rinnovo del biennio 2004-05 non si è ottemperato a tale impegno e il fatto che sia stata mantenuta questa “tassa” è stata una delle cause che ci ha spinto a non sottoscrivere il biennio economico.
Da più di un anno l’Agenzia continua a non rispondere alle nostre richieste, con le quali chiediamo di sapere che fine hanno fatto e continuano a fare, i fondi accantonati a seguito dell’applicazione di questa odiosa gabella. È un diritto dei Lavoratori avere il controllo e il rendiconto contabile dei risparmi effettuati sulla loro salute.
Perché, invece di perder tempo dietro alle classifiche, non si effettua uno studio contabile serio e credibile che ci dica qual è la destinazione delle somme trattenute ai Lavoratori quando si ammalano?