Agenzia Entrate - Gli accordi sulla produttività 2007: scurdammoce 'o passato.

Novità importanti dall'accordo sulla ripartizione del Fps 2007

Roma -

Si potrebbe far finta di ignorare che un accordo che sancisce il superamento di ben due livelli di trattativa sia poco rivoluzionario, così come si potrebbe ignorare il fatto che venga definitivamente archiviata una stagione in cui il sindacato è stato spesso chiamato ai tavoli locali per svolgere un compito più adatto a un revisore contabile (o a un giudice inappellabile) che a un rappresentante dei lavoratori.

 

Vogliamo cogliere invece tutti gli aspetti innovativi contenuti nel pacchetto di accordi sottoscritto integralmente ieri sera all'Agenzia Entrate e fare alcune riflessioni per il futuro prossimo. Va detto innanzitutto che la firma di RdB arriva dopo aver constatato che l'amministrazione si è dimostrata attenta alla richiesta di rifinanziare con fondi propri (nella forma di risparmi di gestione pari a circa 6 milioni di euro) quella parte del salario di produttività smagrita dai tagli brunettiani e tremontiani. E va anche detto che aver destinato quel rifinanziamento a copertura del saldo della produttività collettiva, messo in pericolo dalla manovra finanziaria estiva, è stato un altro punto a favore della scelta.

 

Non che sia stato un sacrificio immane e non che questa sia la panacea di tutti i mali ma con l'aria che tira sappiamo che aver guadagnato ulteriori stanziamenti e soprattutto un bel po' di mesi sul fronte del pagamento delle quote di produttività 2007 è un risultato di per sé accettabile. Il 2009 sarà l'annus terribilis della crisi finanziaria e dopo aver assistito in coda al 2008 al fallimento dei giganti della finanza mondiale, davvero non si sa cosa aspettarci.

 

Resta sullo sfondo un giudizio critico sulla modalità complessiva di ripartizione dei fondi di produttività individuale. Non ci sono mai piaciuti tanti coefficienti e una forbice così allargata e meno ancora ci piacciono man mano che il tempo passa e che i lavoratori si trovano inquadrati in aree funzionali dove tutto è di tutti (compiti e responsabilità), tranne il salario accessorio. Siamo per l'indennità d'area e lo abbiamo spiegato anche con la calcolatrice in mano: perfino la tassazione IRPEF tratta tutti i lavoratori allo stesso modo; anzi tratta peggio quelli che prendono meno, con un prelievo fiscale più oneroso per via del cumulo di minori detrazioni + maggiore aliquota progressiva. Resta sullo sfondo un giudizio altrettanto critico sul fatto che gli accordi locali sottoscritti per il 2006 verranno estesi di fatto anche al 2007.

 

Ciò estenderà la portata decisionale di quanto statuito da RSU e organizzazioni sindacali, nel bene e nel male: se i buoni accordi verranno spalmati anche sul 2007 lo stesso accadrà per quelli meno buoni e anche per quelli pessimi. Da una parte il passato ritorna e dall'altra (trattative su due livelli, regionale e locale) viene momentaneamente accantonato.

 

Abbiamo chiesto di inserire nell'accordo nazionale una sorta di clausola di salvaguardia che prevedesse la possibilità di revisione degli accordi locali 2006 là dove le Rsu all'unanimità lo avessero  chiesto. Siamo infatti consapevoli del rischio di applicare regole distributive non condivise dalle rappresentanze aziendali. La richiesta non ha trovato consensi. La sensazione è che l'accordo sia pronto per essere calato nella realtà organizzativa dell'Agenzia che verrà dopo la sua riorganizzazione e che quindi esso è il primo assaggio di ciò che attende i lavoratori. Quando fu messa in piedi la rilevazione delle esperienze lavorative avevamo immaginato - e anche scritto - che essa sarebbe servita a semplificare questo genere di procedure.

 

Conoscendo il livello retributivo, le mansioni svolte, le giornate di presenza, perché scervellarsi inseguendo i voli pindarici del direttore di turno alla ricerca del meccanismo perfetto per misurare la meritocrazia nel suo ufficio? Questo è un altro punto dell'accordo che merita attenzione: la valutazione individuale resta più lontana di quanto sarebbe accaduto con un'altra tornata di trattative locali. Ormai se ne parla troppo e in troppi si sono fatti paladini per immaginare che le si sarebbe potuto resistere in modo adeguato.

 

Così in molte realtà territoriali si tiene lontana la valutazione individuale, che nel 2006 non ha fatto a tempo a infiltrarsi come avrebbe potuto fare in seguito. Si tiene lontana la possibilità di finanziare con i soldi della produttività d'ufficio i fondi e i fondini destinati a una meritocrazia di basso profilo e di dubbia trasparenza.   Resta da migliorare tutto ciò che fa parte dello sfondo: costruire una proposta di semplificazione dell'architettura retributiva (l'indennità d'area); limare gli eccessi e i difetti attraverso un'armonizzazione dei coefficienti; equilibrare la produttività monetaria e quella numerica, poiché il salario dei lavoratori non può essere legato alla ricchezza del territorio.

 

Vanno individuate regole nuove e vanno trovate nuove risorse per finanziare la produttività del 2008 che ha i giorni contati: il primo gennaio insieme con le cose vecchie butteremo via anche il Comma 165, azzerando così tutte le norme speciali che hanno bene o male finanziato il salario di secondo livello delle Agenzie Fiscali.

 

Un passato da dimenticare e un futuro da costruire sono la sfida imposta a un sindacato che - come il nostro fa da sempre - continuerà a occuparsi di diritti, dignità e salario a qualunque livello di trattativa, in ogni posto di lavoro e con le energie di tutti.