Agenzia Entrate - Il bicchiere mezzo pieno, il bicchiere mezzo vuoto
Tre accordi sottoscritti in fretta sul finire dello scorso mese di giugno, sono stati l'inutile frutto delle trattative condotte a tavoli separati. Un'altra occasione persa.
Perché per noi il bicchiere è mezzo vuoto?
Perché il 28 giugno si sono firmati frettolosamente tre accordi oltremodo importanti che affrontano argomenti che cambieranno profondamente l’erogazione del salario accessorio dei Lavoratori.
Cosa chiedevamo per quanto riguarda la produttività collettiva?
Abbiamo richiesto che questa, passata dai 2.500 euro ai 3.000 euro, venisse pagata come indennità di area anziché per posizione economica, perché tutti in ugual misura contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenzia.
Ovviamente questo avrebbe significato uno stanziamento maggiore sul sistema premiante collettivo.
Cos’è cambiato per quanto riguarda la produttività individuale? Cos’è che non ci convince?
Si è sovvertito il sistema di retribuzione della produttività, eliminando la divisione tra 62% e 38% tra area controllo e area servizi per retribuire le attività di lavoro secondo un criterio di classificazione delle attività prescindendo dall’area di appartenenza.
Questo approccio avrebbe anche potuto trovare il nostro assenso ma ci sarebbe sicuramente voluto un tempo maggiore per poter trattare le “griglie” di classificazione delle attività degli uffici locali e la loro parametrazione economica. Infatti con questo accordo si determina, attraverso l’attribuzione di un parametro numerico per ciascuna tipologia di attività, una forbice troppo elevata tra le varie funzioni.
Come potrete vedere dall’accordo che alleghiamo si va da una media di 75 per quanto riguarda i servizi di supporto a 125 per le verifiche a soggetti di grandi dimensioni.
Certo non è un cambiamento di cui si può parlare superficialmente in quanto di fatto si sta asserendo che esistono negli uffici attività alle quali non si da alcuna importanza e un personale che, pur essendo indispensabile per il funzionamento degli uffici (segreterie, protocollo, archivio, commessi, centralinisti ma anche coloro che operano sul controllo formale delle dichiarazioni o chi rilascia partite iva e codici fiscali, autorizzazioni o certificazioni ecc.) viene considerato di serie B.
Qual è il ruolo delle RSU per quanto riguarda la destinazione del personale a determinate funzioni?
Assolutamente nessuno: non è prevista alcuna contrattazione specifica ne una verifica a consuntivo e soprattutto mancano totalmente criteri di base per l’inserimento in una determinata fascia.
Perché non ci piace la nuova ripartizione in base all’indice di riscossione e all’indice di efficacia ed efficienza?
Si è passati dall’85% in proporzione all’indice di riscossione e per il 15% in proporzione all’indice di efficacia ed efficienza alla proporzione 75% per il primo e 25% per il secondo. Ad un primo sguardo superficiale ciò potrebbe sembrare opportuno in quanto si favorisce il sud in cui la riscossione è minore, ma era possibile una clausola di solidarietà nazionale per non ritrovarsi con una forbice retributiva troppo divaricata, senza cambiamenti inutili sugli indici di riscossione che sappiamo bene essere politicamente le basi portanti per il recupero di quelle risorse fondamentali per una nuova distribuzione della ricchezza attraverso quell’ ampliamento del welfare che sembra sempre più una chimera.
E, cosa non ci piace dell’accordo per la valutazione dei titoli per il conferimento delle posizioni organizzative e professionali e degli incarichi di responsabilità?
La valutazione della laurea pesa per il 20% dei titoli. Non mettiamo in dubbio un titolo di studio assolutamente qualificante per i giovani entrati in Agenzia (magari meno per chi la laurea l’ha presa in università private con un sistema quantomeno dubbio) ma crediamo che troppo poco sia stata valutata proporzionalmente l’esperienza professionale di Lavoratori che fino ad oggi hanno contribuito a quel rinnovamento che più volte l’Agenzia ha potuto vantare.