Agenzia Territorio - Decentramento catastale - RdB non molla l'osso

Roma -

Nella giornata del 3 ottobre, fatidica data per “quelli del decentramento” , abbiamo partecipato alla conferenza stampa indetta dall’Anci sul “Catasto ai Comuni: cosa scelgono le Amministrazioni locali”. Toni trionfalistici, nonostante i numeri presentati siano il frutto di un monitoraggio effettuato dallo stesso Anci, i cui dati  non possono avere carattere di ufficialità: avrebbero infatti scelto di prendersi il Catasto (nelle tre opzioni) circa 1500 comuni, che coprirebbero il 43.6% della popolazione e, sempre secondo l’Anci, l’opzione preferita sarebbe naturalmente la terza.

 

Abbiamo aspettato di verificare questi dati sia attraverso le delibere raccolte nei vari Comuni dai nostri delegati, sia attraverso contatti informali con l’Agenzia del Territorio ed abbiamo capito che spesso i toni troppo trionfalistici nascondono altre verità: la sensazione sempre più palpabile è che l’operazione decentramento catasto sia un flop, un’operazione che a oggi può avere soltanto carattere di scelta ideale e teorica da parte dei Comuni ma non pratica. La maggior parte delle delibere comunali che scelgono di assumere le funzioni catastali parlano di eseguibilità e non di esecutività delle stesse: vale a dire “io Comune scelgo sulla carta di assumere le funzioni catastali ma non delibero sulla esecutività di questa scelta nel senso che non esercito praticamente tali funzioni”.

 

Non a caso durante la Conferenza stampa la "finestra" di luglio 2009 è stata più volte menzionata come possibile (neanche qui v’è certezza) data di assunzione effettiva delle funzioni, non a caso l’Anci è costretto ad attaccare per giustificare una operazione che anche agli occhi più incompetenti appare una operazione inutile.   È stato piuttosto sgradevole ascoltare responsabili di un ente istituzionale come Anci si descrive, affermare che vista l’inefficienza dell’Agenzia del Territorio, e il servizio pessimo che la stessa offre per un catasto non aggiornato, i Comuni non hanno altra possibilità  che fare da soli.

 

Insomma Anci comincia ad attaccare per difendersi: la granitica certezza di essere migliori di altri comincia a sgretolarsi si ha bisogno di affermare falsità per avvalorare una improbabile scelta tant’è che, durante la stessa Conferenza, più volte si è affermato che i Comuni devono effettuare la scelta “c” per poter stanare gli evasori trascurando di dire che questa possibilità è già nelle loro competenze (legge 311/2004) e, ancor più grave, trascurando di dire che alcuni Comuni, Roma su tutti, per le medesime attività ha chiesto una proroga…

 

Incredibile ma vero: i primi della classe, anche dopo il “Catasto  incendi”, cominciano a perdere colpi… Adesso l’Agenzia del Territorio dovrà, gioco forza, uscire dal ruolo passivo che fino a ora ha deciso di ricoprire: suo è il compito di vagliare le delibere, di decidere in prima battuta la conformità delle stesse, sua è la responsabilità di avallare o affossare una operazione che tutti sappiamo essere sbagliata per la comunità, per i cittadini e naturalmente per i Lavoratori.

 

Fino a prova contraria l’Agenzia del Territorio è un ente istituzionale di natura nazionale che si è limitata ad ubbidire alle indicazioni del Governo ma che oggi  l’iter normativo le impone un ruolo strategico fondamentale: quello del vigile e trasparente controllo in applicazione della normativa stessa. In tutto questo RdB, non abbasserà certo la guardia, l’oneroso lavoro fin qui intrapreso diventa in questo momento topico, ancor più fondamentale: la nostra strategia è stata sin dall’inizio chiara e trasparente, il nostro obiettivo è sempre meno lontano e la responsabilità che ci sentiamo addosso,  ci dà la forza di continuare.

 

Con le prossime elezioni RSU i Lavoratori con la loro scelta non decideranno solo la presenza sui tavoli locali ma decideranno quale politica e quale sindacato dovrà rappresentarli per le scelte strategiche sul futuro di questa Agenzia.

 

NON MOLLEREMO L’OSSO, ora più che mai !!!