Agenzia Territorio - Decentramento Catasto: stiamo dando i numeri???
Comunicato a commento delle tabelle informative che l'Agenzia ha diffuso il 29 ottobre sull'andamento delle delibere comunali.
Nella giornata del 29 ottobre l’Agenzia del Territorio ci ha messo a conoscenza dei numeri relativi alle delibere comunali pervenute sulla scelta della assunzione delle funzioni catastali.
Il numero di delibere pervenute sarebbe di 4800 di cui:
- 1383 finalizzate all’esercizio completo delle funzioni (moduli a/b/c) con unità dimensionali superiori alle 80.000 considerate conformi;
- 883 delibere riferite a bacini di utenza tra i 40.000 e 80.000 che richiederebbero ulteriore istruttoria;
- 286 delibere di affidamento all’Agenzia del Territorio (ricordiamo che i comuni i quali hanno optato per convenzionarsi con l’Agenzia potevano non deliberare in merito);
- 2248 delibere tutte con anomalie da verificare.
-
La prima domanda che abbiamo posto all’Agenzia rispetto alle 1383 delibere “giuste” è stata naturalmente relativa ai criteri applicati per considerare le stesse “conformi” e, senza troppa sorpresa, abbiamo saputo che gli unici criteri di valutazione delle 1383 delibere sono stati quelli della temporalità (cioè se il Comune in questione abbia deliberato entro il 3 ottobre u.s.) e della unità dimensionale (cioè se il bacino di utenza sia consono). Non può che farci sorridere l’aver scelto due criteri assolutamente necessari ma non per questo unici: siamo a conoscenza e in possesso di una quantità cospicua e soprattutto relativa a comuni importanti di delibere comunali (perché le delibere sono atti pubblici) che rispettano sì i due criteri di cui sopra, ma che nel loro interno contengono una serie di determinazioni illegittime e quindi impugnabili (esternalizzazioni, volontà di non esercizio delle funzioni, comitati interni di valutazione per l’esercizio delle funzioni scelte, ecc).
Per le 883 delibere ristrette tra i 40.000 e 80.000, che richiederebbero “ulteriore istruttoria” abbiamo appreso che i problemi sono soprattutto relativi a scelte di modulo diverso tra comuni che si sono necessariamente dovuti associare per assicurarsi le funzioni catastali, insomma un insieme di comuni che costituirebbe un polo, ha al suo interno comuni con funzioni diverse e di diverso grado. Ma in questo caso c’è anche un’ aggravante perché l’ulteriore istruttoria dovrebbe essere svolta da quei famosi Comitati Regionali che Anci e A.d.T. hanno istituito con un Protocollo d’Intesa tutto loro, Comitati che per quello che ci riguarda non hanno nessuna legittimità né di esistere nè tantomeno di deliberare sulle delibere.
Poi per le rimanenti 2248 delibere, a detta dell’Agenzia, con evidenti anomalie tutte da verificare, ci chiediamo quale e dove sia il problema: sono state vagliate delle norme per regolare il processo del decentramento quindi il controllo appare semplice e lineare: le delibere fuori norma sono nulle!
L’Agenzia del Territorio, peraltro, fatica ad uscire dal ruolo passivo che finora ha ricoperto e cerca di delegare ad altri (per esempio i Comitati Regionali) una responsabilità che volente o nolente è tutta sua, quella di vagliare la legittimità o meno delle delibere attraverso il vigile e trasparente controllo in applicazione della normativa stessa. La riunione di ieri ci ha confermato quanto questa operazione stia implodendo e mostrando l’impossibilità della sua applicazione concreta, insomma per dirla in termini più espliciti è un gran casino: ci sarebbe un’utenza sballottata da un posto ad un altro da un polo comunale per la visura all’Agenzia per la voltura, per non parlare dei disagi per gli ordini professionali. Ma ci sono anche interrogativi tecnici ai quali l’Agenzia non ha saputo dare risposte: per esempio le comunità montane in procinto di essere soppresse dalla prossima finanziaria: stiamo dando il catasto ad enti che fra qualche giorno scompariranno? L’Autorità politica, la cabina di regia insomma qualcuno si è posto il problema? Sembrerebbe di no, visto che siamo stati noi a sollevare l’interrogativo...
Così come il Friuli Venezia Giulia che in qualità di regione a statuto speciale con una proposta di Legge ha chiesto il parere alla conferenza Stato-Regione per non solo prendersi il catasto in toto ma oltretutto volendolo equiparare al catasto tavolare (sistema catastale austriaco) anche nelle province dove oggi vige il sistema “italiano”. La domanda sorge spontanea: cosa fa lo Stato italiano rispetto a ciò? La lettera inviata all’Onorevole Grandi sul caso Friuli è pubblicata sul nostro sito: attendiamo risposte!!!! D’altro canto l’incontro del 29 ci ha anche confermato che le nostre azioni non solo vanno nella direzione giusta ma assumono, alla luce di come la vicenda si va delineando, una importanza pazzesca.
Oggi più che mai investire i Prefetti di un’azione di controllo circa la legittimità delle delibere diventa un fatto strategico a cui l’autorità politica (alla quale abbiamo chiesto un incontro) non potrà sottrarsi o non rispondere. Non sono più solo i lavoratori del Territorio, sono i cittadini di questo Stato a chiedere spiegazioni, a chiedere conto di una operazione allucinante e sempre più ingestibile, a pretendere di capire perché dovrebbero cambiare il gestore di un servizio che dopo anni e anni di disservizio finalmente funziona e che spesso è gratuito.
La legge per il decentramento agli Enti locali del catasto fu studiata e pensata quando il catasto era quello fantozziano che tutti ahinoi abbiamo conosciuto: oggi è un’altra cosa e quella legge è ormai superata: è ora che anche gli irriducibili se ne facciano una ragione.
In questi giorni siamo nelle piazze italiane per dimostrare tutto ciò, perché ai cittadini non venga scippato un servizio, perché i lavoratori ai quali abbiamo chiesto sempre più una professionalità che si sono conquistati sulla loro pelle non debbano vedersi rimpiazzati o sostituiti da improbabili “ditte esterne” che fanno capo a chissà chi.
Intanto noi continuiamo il nostro cammino, mettendo in atto azioni: richiesta di incontro con l’Autorità politica anche in attesa dei dati che fra qualche gg. ci dovrebbero arrivare dall’Agenzia con i nomi dei Comuni interessati; iniziativa presso le prefetture con investitura del Prefetto quale garante sul trasparente vaglio delle delibere comunali; stato di agitazione del personale anche attraverso assemblee le cui mozioni saranno consegnate ai Prefetti per la loro investitura al controllo; partecipazione coatta da parte dei nostri delegati e dei lavoratori ad eventuali riunioni dei Comitati regionali presso le Direzioni regionali; informazione a tappeto ai cittadini sulla vicenda e sui servizi che oggi offre l’Agenzia del Territorio.
RDB: chi la dura la vince!!!