Agenzia Territorio - Proposte fuori tempo

Roma -

Lunedì 15 dicembre presso la Direzione centrale dell’Agenzia del Territorio si è conclusa una lunga trattativa sulla costituzione del fondo 2007 relativo all’incentivazione del personale. Dopo i tagli del decreto Brunetta di questa estate la quota relativa al Comma 165 è passata dai 45 milioni del 2006 ai 33 milioni del 2007. Anche se tale perdita è stata mitigata dall’incremento di altre voci che alimentano il fondo, la proposta dell’amministrazione non ci ha soddisfatto. Non solo non è stata presa in considerazione la proposta sindacale  di cedere ai lavoratori i 5 milioni del Comma 165 assegnati dal Ministro Tremonti direttamente all'Agenzia; ma ha voluto trattenere  il 2,5% della quota incentivante (500mila euro) per il potenziamento della stessa.

 

Non abbiamo firmato quindi gli accordi che sottraevano fondi per il potenziamento dell’Agenzia e assegnavano  ai dirigenti il 9,6% (altri 5 milioni di euro e passa) anche perché  la stessa amministrazione che non ha inteso ragioni per rinunciare a tutta la sua quota del potenziamento, destinerà poi alcuni milioni di euro per l’esodo incentivato dei dirigenti. Anche in una situazione di emergenza salariale si continua a mettere soldi sul piatto dei dirigenti lasciando vuoto quello dei lavoratori. Verrebbe da chiedersi grazie a chi l'Agenzia ha potuto mettere in vetrina risultati operativi inimmaginabili solo qualche anno fa.

 

Si è poi discusso della ripartizione dei fondi destinati a tutto il personale. Era intenzione dell’Agenzia di aumentare in modo notevole le somme destinate alla produttività d’ufficio diminuendo nel frattempo quelle destinate alla remunerazione della produttività collettiva. Abbiamo ottenuto - e non è stato semplice - che venissero destinati all’indennità di professionalità per tutti i lavoratori 27.190.000 euro (dei quali avevamo già ricevuto in acconto 21 milioni)  contro i 28.695.000 destinati alla produttività dei singoli uffici. Era ora che i fondi si sbloccassero e che i soldi arrivassero nelle tasche di chi se li era già da tempo guadagnati.

 

Giunti al nodo della distribuzione dei fondi ai singoli uffici, abbiamo chiaramente mostrato al tavolo gli elementi di fortissima sperequazione del sistema premiante. Questo contorto meccanismo prevede obiettivi diversi per ogni ufficio, derivanti anche dalla Carta della qualità (vedi tabella allegata) e nel Prodotto Sintetico di Riferimento (il terzo parametro per misurare la produttività d'ufficio). Inoltre non tutti gli uffici devono raggiungere il 90% degli obiettivi fissati dai direttori (senza criteri prestabiliti e senza confronto con le organizzazioni sindacali), ma c’è chi può raggiungere solo l’86%, l’81% o addirittura il 78% di quanto prefissato. Tanto per rendere meno chiaro il quadro dei risultati, nella tabella finale sono stati normalizzati tutti i valori con l’esito di far diventare impossibile la verifica della correttezza del  risultato indicato del proprio ufficio.

 

D’altro canto questo sistema ha però il pregio di mettere in evidenza un'altra anomalia: osservando i valori tra gli uffici “migliori” e i “peggiori” si notano differenze massime del 60% che dovrebbero portare conseguentemente a differenze di incentivazione proporzionali. Sarebbe stato quindi logico stabilire che l’incentivo del “peggiore” ufficio fosse stato il 40% del “migliore” (cioè pari a 2160 euro), ma la proposta dell’agenzia di 290 euro è incomprensibile e ingiustificata. Il nostro giudizio sull'accordo in questione è pertanto negativo perché la ripartizione del fondo è iniqua e non rappresentativa delle varie realtà operative.

 

Sull’accordo delle particolari posizioni nulla è cambiato dall’anno scorso: non verranno incentivati i lavoratori che operano con il pubblico, i gestori di sistema e coloro che sono addetti all’utilizzo di macchinari usuranti. L’unica nota positiva è che le somme che si consigliano di assegnare non hanno, come sempre, un minimo al di sotto del quale non poter scendere: sarà quindi fondamentale la trattativa locale che potrà riequilibrare gli aspetti più negativi fissati dall'accordo nazionale.

 

Se una morale può trarsi da una trattativa così lunga e dai risultati così poco soddisfacenti è che l'amministrazione non ha ancora colto l'urgenza di intervenire per riequilibrare i salari asfissiati dalla crisi. Poiché non lo ha fatto il contratto nazionale, la contrattazione di secondo livello potrebbe agire da ammortizzatore della crisi. Ci vorrebbe però la disponibilità di usare i fondi dei lavoratori proprio in quest'ottica, invece di continuarne a fare una leva aziendale per spingere sulla (falsa) meritocrazia e sulla (errata) misurazione della produttività. Questo si ostina a non capire l'Agenzia, agevolata e incoraggiata da atteggiamenti sindacali troppo prudenti, accomodanti e senz'altro fuori dal tempo che stiamo vivendo.