Agenzie Fiscali - Aristocratici e operai

Roma -

Durante la bagarre estivo-autunnale scatenata dal decreto legge 112/2008 abbiamo visto la parte nobile del mondo sindacale schierarsi inorridita e indignata contro le norme che tagliavano diritti e salario ai lavoratori pubblici. Quella parte nobile del mondo sindacale, solitamente così lontana dal conflitto per scelta ma anche per rango, si vide costretta a imbracciare le armi della mobilitazione e a occupare le piazze romane di luglio accaldata e sudante in difesa dei diritti dei più deboli. Oggi, tre quarti di quella stessa nobiltà tranquillizza i lavoratori asserendo che l’accordo del 30 ottobre ha risolto tutti i problemi.

 

Cisl-Uil-Salfi informano i lavoratori della loro intenzione di aumentare il “pressing” sulle Agenzie e sull’autorità politica affinché possano essere immediatamente erogate le risorse del “comma 165” del 2007. Eppure già il 4 novembre avrebbero potuto, almeno all’Agenzia delle Dogane, procedere per ripartire il “comma 165” tra livellati e dirigenti e non ci è  sembrato che il “pressing” fosse così alto. Anzi UIL e Salfi, con il pretesto di separare il tavolo di trattativa per la dirigenza da quello per i livellati, hanno ottenuto il rinvio della riunione. Mai nessuno di loro aveva prima d'ora avanzato una simile richiesta. Le stesse sigle chiedono inoltre l’immediata apertura di un tavolo sul Fondo 2008, poiché l’accordo di Palazzo Chigi del 30 ottobre avrebbe, a loro dire, risolto tutti i problemi del nostro salario accessorio, quando nè la legge 133, né tantomeno il protocollo di Palazzo Chigi,  fanno il minimo cenno al Fondo del 2008. Anche da una lettura superficiale della legge 133, infatti, appare evidente che la disapplicazione delle norme speciali di finanziamento del Fondo opera dal 2009. Una analoga lettura del protocollo firmato da quelle stesse sigle rende altrettanto evidente che l’impegno a ripristinare le risorse tagliate è del tutto generico, non essendo indicati né i tempi né i modi con cui tale impegno si concretizzerà.

 

È chiaro anche che una gran parte del sindacato nobile ritiene che il compito del sindacalista sia quello di firmare accordi e che i tradizionali strumenti che storicamente hanno consentito di modificare i rapporti di forza tra lavoratori e datori di lavoro non servono più. Quanto è aristocratica la concertazione, quanto è operaio il conflitto! Non conta valutare la bontà degli accordi, non conta vigilare circa la loro corretta applicazione. Basta una firma, pensa il sindacato nobile. Noi, che siamo un sindacato operaio, crediamo invece che non tutti gli accordi siano buoni e che anche quelli che possono sembrare buoni devono essere verificati alla prova della loro effettiva applicazione. Così accade che il nostro sindacato operaio si rifiuta di firmare accordi-farsa, accordi-burla e ovviamente accordi-truffa. Così accade anche che spesso ci ritroviamo in piazza, a praticare il conflitto che riteniamo essere l'unico strumento che può ancora spostare gli equilibri in un Paese da sempre prigioniero della sua immobilità.

 

I lavoratori ci hanno seguito partecipando in massa allo sciopero delle Agenzie Fiscali del 16 luglio e allo sciopero generale del 17 ottobre, determinando una condizione per cui il governo ha dovuto fare un passo indietro. Ma un passo indietro non basta. Noi sappiamo che con la chiusura dell’iter parlamentare della legge finanziaria si chiuderanno definitivamente gli spazi di manovra per cambiare le norme che hanno azzerato il nostro salario accessorio. Senza un intervento su quelle norme, tutte le richieste avanzate dalla parte nobile del mondo sindacale resteranno aria fritta.

 

Per questo non abbiamo mai smesso di chiedere ai lavoratori di mobilitarsi e di non cedere alle sirene del "tutto è a posto". Serve un emendamento alla legge finanziaria o al collegato alla finanziaria che ripristini il maltolto. Domani lo chiederemo insieme con i lavoratori alle 11 sotto al Ministero dell’Economia e Finanze. Oggi lo abbiamo chiesto alle amministrazioni interessate, affinché anche loro facciano la loro parte. Così fa un sindacato operaio.

 

Questo è il testo della lettera inviata questa mattina ai direttori generali di Agenzie Fiscali e AAMS. Lettera e comunicato possono essere scaricati in fondo a questa pagina.


Roma, 17 novembre 2008                 

 

Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Dr. Attilio Befera

Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane Dr. Giuseppe Peleggi

Al Direttore dell’Agenzia del Territorio Dr. Gabriella Alemanno

Al Direttore dell’ A.A.M.S. Dr. Raffaele Ferrara

OGGETTO: Richiesta di  incontro per la restituzione dei tagli al salario accessorio operati con legge 133/2008.

 

La discussione parlamentare in corso sul disegno di Legge relativo alla Finanziaria 2009 lascia ancora aperti spazi per interventi che, dopo il taglio drastico delle risorse operato dalla legge 133/2008, potrebbero consentire ai Lavoratori di rientrare in possesso delle somme sottratte con la manovra d’estate.

Le dichiarazioni d’intenti contenute nel protocollo sul rinnovo dei contratti, siglato a Palazzo Chigi da alcune O.O.S.S. infatti, non offrono sufficienti garanzie per la restituzione delle somme sottratte. Anche la previsione dell’art. 6 comma 4 del CCNL dei Ministeri, siglato in data 12 novembre, che rinvia all’art. 2 comma 34 del disegno di legge finanziaria per il 2009, non consente di considerare risolta una questione di così rilevante importanza per i Lavoratori.

La scrivente O.S. ritiene che debbano a questo punto essere intraprese azioni incisive, concrete ed urgentissime affinché il testo della legge Finanziaria sia emendato e contenga disposizioni chiare e precise al fine di annullare gli effetti previsti dall’applicazione dell’art. 67 della Legge 133/2008.

La RdB/Cub Pubblico Impiego farà ogni sforzo utile in questa direzione e chiede un confronto urgente con la S.V. al fine di valutare iniziative comuni o comunque convergenti, volte alla soluzione definitiva ed integrale della questione.  Risulta evidente che laddove tali condizioni positive non si dovessero realizzare la scrivente si vedrà costretta a proseguire ed inasprire le mobilitazioni dei lavoratori in tutte le forme che si riterranno opportune, con inevitabili conseguenze sull’organizzazione e produttività degli uffici.

Si resta in attesa di un positivo e sollecito riscontro

 

p.RdB-CUB PI - Settore Agenzie Fiscali, Stefano Vendetti