Agenzie Fiscali - Consegnate alla Funzione Pubblica oltre sedicimila schede referendarie

Roma -

Nel corso della giornata nazionale di mobilitazione del Pubblico Impiego indetta il 14 marzo scorso  dalle RdB-CUB, si è svolto a Roma un presidio davanti a Palazzo Vidoni e una delegazione RdB è stata ricevuta al Ministero della Funzione Pubblica. Nel corso dell'incontro, oltre ad essere state esposte le questioni al centro della mobilitazione (necessità di reperire le risorse necessarie al biennio economico già scaduto da tre mesi e chiusura immediata dei bienni passati), abbiamo consegnato le 16.000 schede del referendum sulla pre-intesa per il rinnovo del Contratto Agenzie Fiscali. I rappresentanti del Ministero hanno assunto l'impegno formale di trasmettere i risultati della consultazione referendaria all'Aran. Giudichiamo questo impegno importante perché attribuisce alla consultazione stessa una dignità istituzionale per la quale da sempre ci siamo spesi. Quando sono in gioco elementi essenziali della vita professionale e personale dei Lavoratori - come nel caso della sottoscrizione di un Contratto Collettivo e a maggior ragione per i contenuti di questo Contratto Collettivo -, siamo del parere che l'ultima parola debba spettare sempre ai Lavoratori.

 

Tornando ai risultati della consultazione, ormai è noto che oltre l'80% dei votanti si è espresso in termini negativi su tutti i sei quesiti proposti. L'impianto complessivo della pre-intesa è stato giudicato negativamente; la sensazione dominante in tutti i posti di lavoro è che il nuovo modello contrattuale sia intervenuto su istituti molto delicati sui quali era atteso un intervento innovativo, senza riuscire ad innovare realmente ma semplicemente peggiorandone i termini.

 

L'inasprimento delle sanzioni disciplinari e la tassa sulla malattia sono i due esempi più chiari della logica che ha governato la trattativa. Sulle prime si è intervenuti con una stretta molto decisa che ha determinato il diffuso peggioramento delle condizioni di sicurezza dei Lavoratori. Se non interverranno modifiche, i semplici alterchi con i contribuenti, che sono un fatto purtroppo quasi quotidiano causato dai frequenti disservizi organizzativi, possono costituire motivo di licenziamento anche se ripetuti per una sola volta in due anni. Sulla tassa di malattia ci si poteva limitare a chiarire che i risparmi derivanti dalle trattenute sarebbero andati a finanziare il fondo collettivo del personale e invece si è maldestramente intervenuti precisando i termini di una ridistribuzione che premia coloro che si ammalano meno. Questa è una norma che offende le coscienze di molti oltre a suscitare ribrezzo sul piano del diritto. Non a caso il giudizio negativo su di essa è stato espresso anche dagli organismi di parte pubblica nel corso del colloquio di venerdì scorso.

 

L'ordinamento professionale e la misurazione della qualità dei servizi sono stati gli altri capisaldi della pre-intesa e anche su questi punti i Lavoratori si sono espressi con nettezza rispedendo al mittente le ipotesi innovative.

 

Un ultimo punto vogliamo sottolineare, perché è stato oggetto di più o meno velate polemiche all'indomani della firma della pre-intesa: il quesito sulla democrazia sindacale è stato compreso e su quel punto i Lavoratori hanno dimostrato di avere le idee molto chiare. Escludere dalla contrattazione integrativa - di secondo livello - le organizzazioni sindacali che non hanno sottoscritto il Contratto nazionale non è un esempio di buona democrazia sindacale. Anche questo aspetto è stato portato all'attenzione del Ministero della Funzione Pubblica.


Non possiamo oggi ignorare il contesto politico in cui si sono svolte la tornata contrattuale e la consultazione referendaria. Con l'iniziativa di venerdì scorso le RdB-CUB P.I. hanno voluto anche lanciare un segnale forte al prossimo esecutivo su temi ritenuti centrali quali salario e contratto, per aumenti adeguati al costo della vita e contro rinnovi tardivi ed inadeguati; per la democrazia nei luoghi di lavoro e contro il restringimento degli spazi di intervento per le organizzazioni scelte dai lavoratori; per la stabilizzazione di tutti i precari, senza i quali sarebbe impossibile mandare avanti la Pubblica Amministrazione e fornire i servizi alla cittadinanza; per la difesa del settore e della sua fondamentale funzione a garanzia dello stato sociale.