Agenzie Fiscali - Convenzioni scatola vuota, la parola passa ai Lavoratori!

Non bastano le rassicurazioni sui tagli al personale, serve sciogliere il nodo del salario

Roma -

La due-giorni di confronto sulle Convenzioni è ormai alle spalle. Come avevamo facilmente immaginato nessuno dei nodi essenziali sulla questione salariale è stato sciolto. L'unico risultato di rilievo è avere incassato la certezza che l'ulteriore taglio del 10% delle dotazioni organiche non riguarderà i lavoratori del comparto Fisco. Sembra quindi scongiurata l'interpretazione recentemente data dal Dipartimento della Funzione Pubblica, assai più drastica, che coinvolgeva tutte le amministrazioni nel nuovo giro di mannaia a danno dei lavoratori. Non siamo però così minimalisti da considerare questo un risultato brillante. Le Convenzioni avrebbero potuto e dovuto dare un segnale di svolta rispetto alla drammatica questione salariale che ormai riguarda in pieno il nostro comparto. I fondi aziendali sono costantemente ridimensionati dai tagli che vengono dalle manovre finanziarie e resta confermato il taglio di un ulteriore 20% dei fondi derivanti dalle norme speciali - il Comma 165 - che per noi opererà già sui fondi 2009. E al di là dei tagli che fanno molto male alle nostre tasche, c'è sempre l'odiosa norma che pone un tetto alle somme destinate alla contrattazione integrativa. La situazione è quindi drammatica perché oltre ad aver chiuso il rubinetto dei finanziamenti, hanno anche ridotto la capacità del serbatoio in cui quei finanziamenti finivano. Insomma, siamo in piena siccità salariale, come del resto dimostra il dato dell'impoverimento netto dei lavoratori del comparto Fisco: una perdita salariale del 5% nel 2009 rispetto al 2008, che conferma il trend negativo che purtroppo riguarda tutti i lavoratori pubblici (e non solo loro) nel nostro Paese.

 

Quali risposte avrebbe potuto e dovuto dare il tavolo tecnico-politico sulle Convenzioni? Un aumento della quota incentivante, ferma ormai da dieci anni e insensibile perfino ai ritocchi dell'inflazione programmata sarebbe stato il "minimo sindacale" da riconoscere ai lavoratori del Fisco. In secondo luogo avevamo chiesto di dare un segnale di controtendenza: stabilire il principio che una parte dei fondi derivanti da leggi speciali - sempre il Comma 165 per quanto riguarda il comparto Fisco - finisse stabilmente nelle Convenzioni, insieme con la quota incentivante opportunamente adeguata dopo i dieci anni di crescita zero. Ma sulle Agenzie fiscali non si vuole investire e non si capisce se ciò dipende dalla funzione scomoda che questo organismo svolge, in un'epoca in cui la lotta all'evasione fiscale la vogliono fare solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, unici tartassati dal Fisco; o se c'entra anche il clima di attendismo innescato dalle annunciate riforme fiscali in chiave federalista. Ma alla fine poco importa quale sia la ragione delle mancate risposte. Quello che davvero conta è che al di là delle dichiarazioni di parte, il tavolo convenzionale non ha deciso nulla e ci si è limitati a una quasi notarile acquisizione delle diverse posizioni. Da quel tavolo, ai lavoratori, non è arrivato né arriverà un euro in più.

 

In questo contesto crediamo che la proposta fatta da RdB di aprire una vertenza per ottenere una nuova stabilizzazione del salario accessorio sia l'unica risposta possibile. Con una nuova stabilizzazione si possono fare operazioni di lunga durata, come una nuova ondata di progressioni economiche. Per noi è questo il modo di riprenderci quello che ci è stato tolto, a maggior ragione ora che ci si avvia al rinnovo contrattuale. Ora, come sei anni fa, possiamo dare una svolta positiva al nostro futuro. Andremo tra i lavoratori ad approfondire le proposte che nei prossimi mesi saranno al centro della nostra azione sindacale. Ai lavoratori chiederemo di sostenerle in modo concreto e convinto.

 

Se la politica non ci ascolta più, troviamo il modo di farci sentire ancora!