Argomento:

Agenzie Fiscali - Fondo di previdenza, la risposta al blocco dei salari

Una proposta per ammortizzare i pesantissimi effetti del blocco quadriennale dei contratti

La manovra-rapina del governo prevede che una parte delle risorse che alimentano il nostro Fondo di Previdenza siano destinate al fondo di assistenza per i finanzieri (Guardia di Finanza) e che a decorrere dal 1° gennaio 2010, anche gli altri dipendenti civili dell'Amministrazione economico-finanziaria siano iscritti al medesimo Fondo di Previdenza.

 

Sarebbe un errore costruire barricate contro questa norma (articolo 9, comma 33 del DL n. 78/2010), nel tentativo di evitare che anche ad altri lavoratori possano essere estese quel tipo di garanzie che oggi il Fondo assicura agli iscritti del comparto Fisco. Così come riteniamo un errore cantare vittoria da una parte e suonare dall'altra le sirene d'allarme. La questione posta dall'articolo 9 del DL 78/2010 è delicata e merita di essere affrontata in maniera trasparente e con la dovuta responsabilità. Perciò, all'indomani della manovra, abbiamo subito chiesto agli organi del Fondo – mai colpevolmente latitanti come in questi giorni – di essere informati circa la norma, la sua effettiva portata e la sua applicazione.

 

La trasparenza è dovuta prima di tutto ai lavoratori. Detto che non prenderemo posizioni parziali, diciamo anche che contrasteremo ogni tentativo di riduzione delle prestazioni, e continueremo a opporci all’applicazione degli interessi sulle anticipazioni della liquidazione e all’accumulo fine a se stesso di un capitale di cui non beneficiano gli iscritti al Fondo. A chi o a cosa serve accumulare risorse enormi in un Fondo, senza aumentare contestualmente le prestazioni del Fondo stesso a favore degli iscritti? Il Fondo attira la morbosa attenzione delle banche, che stendono tappeti rossi ai Presidenti di turno per gestirne quote più o meno consistenti. Le banche sono quegli stessi soggetti che hanno diffuso il morbo della crisi, con operazioni di pura speculazione ispirate da avidità e prive di scrupolo. Proprio a causa di quell'avidità senza scrupoli oggi ai lavoratori tocca pagare gli effetti della crisi, con il blocco quadriennale dei contratti, dopo che la stessa crisi li ha colpiti come cittadini e risparmiatori. Le banche hanno già avuto troppo, e quanto al Fondo è il caso di dire: riprendiamoci parte dei nostri soldi!

 

La proposta è quella di riconoscere agli iscritti una una-tantum che, senza intaccare la solidità del Fondo e lasciando invariate le prestazioni oggi erogate, consentirebbe ai lavoratori di mitigare gli effetti del blocco salariale quadriennale. Secondo stime prudenziali il blocco costerà a ogni lavoratore circa cinquemila euro nel quadriennio. È una perdita enorme, che approfondisce un'emergenza salariale che la politica ha contribuito a provocare e che certamente non risolverà. Consideriamo poi che al blocco dei contratti si aggiunge la totale incertezza sui fondi aziendali 2009 e 2010 (già tagliati del 30% in un anno solare), i cui decreti di finanziamento non sono in cima ai pensieri del ministro dell'Economia. Ecco perché, in un contesto di eccezionale gravità, il Fondo di Previdenza può aiutare a sostenere i nostri redditi, senza perdere la sua natura previdenziale.

 

Abbiamo letto gli appelli all'unità sindacale. Il giorno dopo il nostro riuscitissimo sciopero generale contro la manovra vogliamo custodire e rafforzare il mandato dei lavoratori, che ci chiedono di guardare ai contenuti e non ai contenitori. Continueremo cioè a costruire una vertenzialità forte e conflittuale senza spacciare l'illusione fine a sé stessa che “uniti si vince” prima di aver precisato cosa si può vincere. Diremo NO a vertenze rinunciatarie o minimaliste e ad ambiguità rispetto alla manovra. Ma sosterremo una opposizione unitaria per la difesa dei nostri redditi. A queste condizioni, porteremo energie, idee e proposte.