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Agenzie Fiscali - Nuova legge, nuovi tagli: così si mangiano il Fisco!

Roma -

D.L. 30.12.09 n. 194 convertito con Legge 26.02.10 n. 25: ancora un decreto sul taglio delle dotazioni organiche. Un’altra riduzione del 10% della spesa complessiva da attuarsi entro giugno. È l’ultimo di una lunga serie che ha già portato le nostre possibilità di carriera sulla linea di galleggiamento. Quest’ultimo ci porterebbe al di sotto di quella linea. Ricordiamo che l’attuale normativa prevede che per qualsiasi dinamica di carriera ci debba essere un gap fra organico teorico e quello effettivo. Una dinamica già ora del tutto teorica, visto che il risibile numero di passaggi effettuati negli ultimi vent’anni.

 

La presa in giro è totale. Da un lato si legifera sui meccanismi da attuarsi per le progressioni tra le aree, basati sulla selettività e sulla meritocrazia garantiti dal concorso pubblico, con posti riservati agli interni nel limite del 50% delle vacanze di organico, dall’altra si effettuano tagli lineari che impediscono di fatto che quella carenza si possa determinare. Altro che selettività e meritocrazia, il disegno è chiaro ed è quello di incastrare i lavoratori in una rete di regole creata ad arte per rendere impossibile qualsiasi crescita professionale ed economica. Pure all’interno delle aree, nelle posizioni apicali, ci si ritroveranno pochi fortunati neoassunti, visto che si prevede l’accesso dall’esterno  anche per quelle posizioni. Se continua questa politica di tagli indiscriminati che non tengono in alcun conto le reali necessità delle amministrazioni, i carichi di lavoro, i compiti che si svolgono, il prossimo taglio può voler dire esuberi. In questo caso scatterà il divieto di nuove assunzioni e di passaggi fra le aree fino a quando non si rientra nei limiti imposti. Nel frattempo uscirà un nuovo taglio delle dotazioni organiche e così via fino ad un drastico ridimensionamento dell’ amministrazione finanziaria.

 

Allora cosa si dirà? Che l’attuale assetto organizzativo non è in grado di contrastare l’evasione fiscale, la regolarità degli scambi internazionali, la gestione del patrimonio immobiliare, e con nuove misure di urgenza si interverrà a mettere una pezza ad una situazione che si sta artatamente creando. A chi conviene tutto ciò? Nel nostro caso a chi strizza l’occhio all’evasione fiscale, a chi ha paura che il rispetto delle regole disincentivi gli scambi commerciali, a chi preferirebbe che il Territorio fosse gestito a livello locale. Ma è evidente che il nostro è solo un aspetto di una più ampia politica nei confronti del pubblico impiego, di cui si minano le fondamenta per far crollare quel sistema di diritti conquistato in decenni, per sostituirlo con uno fatto di ricatti salariali e giuridici, più adatto a smantellarne l’efficienza e quel poco di indipendenza rimasta ad una funzione pubblica ritenuta uno scomodo ostacolo al definitivo superamento del welfare.

 

Anche nel caso non si applichi il taglio scatterebbe la sanzione del blocco delle assunzioni e dei passaggi fra le aree. Allora mettiamola così:  nel nostro lavoro applichiamo innumerevoli norme, spesso confuse e di difficile interpretazione e solo con il difficile equilibrio che i lavoratori quotidianamente garantiscono il fisco va avanti. Quell’equilibrio potrebbe saltare se i lavoratori si rendono  conto della gravi ripercussioni che comporterebbe un ulteriore taglio delle dotazioni organiche.

 

Noi non staremo a guardare e a chi vuole ingessare le nostre possibilità di carriera e di crescita professionale risponderemo invitando i lavoratori a ingessare le attività.