Agenzie Fiscali - Ora basta!
Sciopero generale del 17 ottobre anche per le Agenzie Fiscali
Noiosa, può essere sicuramente descritta così la vicenda del “Comma 165”. Siamo costretti ogni anno a parlarne fino alla noia, a scrivere lettere, comunicati, a fare assemblee e scendere in piazza per far sentire la nostra voce nei palazzi dentro i quali spariscono i nostri soldi.
Sbagliata, la politica seguita per stabilire i livelli dei nostri redditi. Ormai quindici anni fa hanno deciso di tenere bassi gli stipendi e ridistribuire quote di produttività attraverso la contrattazione integrativa. Presto però hanno bloccato pure questa, fissando tetti alla produttività, con esigenze di programmazione della spesa a pretesto. In tal modo, nella migliore delle ipotesi, il nostro salario si attesta sui livelli degli anni precedenti nonostante il costo della vita non subisce battute di arresto.
Grottesca, la situazione di uffici in cui ormai, quasi fossero istituti di statistica piuttosto che uffici fiscali, gran parte del tempo è dedicato a programmare, monitorare e consuntivare la produttività del nostro lavoro. Non contano più nulla la qualità del lavoro e la dedizione necessaria a svolgerlo bene: o i coefficienti previsti restituiscono i parametri giusti, o quello sarà considerato un lavoro inutile, soprattutto se il giudizio spetta a chi sulle nostre performance fonda a sua volta il proprio indice di produttività.
Ma quand'anche i parametri fossero rispettati, tutto sarà stato comunque inutile, perché il salario di produttività è stato ridimensionato, spezzettato e infine tagliato.
Per questi motivi noi non ci accontentiamo della recente firma del ministro sul decreto di assegnazione delle risorse destinate a remunerare il lavoro svolto nel 2006 (che avrebbe dovuto essere remunerato nel 2007 e per questo si parla di Fps 2007). Ma continuiamo, forti delle 17mila firme raccolte a sostegno della nostra richiesta di modifica legislativa, a rivendicare una soluzione radicale ai problemi prima sinteticamente illustrati.
Cosa chiediamo in sostanza? Il recupero del rapporto fra attività lavorativa prestata e certezza della sua retribuzione. Infatti, non solo i tempi della corresponsione del salario accessorio si sono dilatati, ma la stessa quantificazione delle somme dovute è arrivata con anni di ritardo, condizionando la contrattazione integrativa, su cui il nostro CCNL pone a carico questioni fondamentali per i lavoratori, come le progressioni economiche.
Come ottenerlo? Attraverso una modifica legislativa che svincoli dalla firma del ministro l’assegnazione di queste risorse, che, ad esempio, potrebbero essere quantificate preventivamente nell’atto in cui Ministro e Agenzie fissano gli obiettivi e le risorse occorrenti per raggiungerli, ovvero le Convenzioni. E superando la contraddizione delle imposizione di tetti ovvero prevedendo una soglia minima così come è attualmente prevista una soglia massima, e garantendo in tal modo l’equilibrio fra parti fisse e parti variabili dei fondi, condizione necessaria per non rendere inapplicabile il nostro sistema contrattuale.
Il 17 ottobre è sciopero generale indetto dal sindacalismo di base. Una reazione dovuta contro una politica governativa che non ha bisogno di mettere le mani in tasca ai lavoratori italiani con nuove tasse, perché fa cassa direttamente tagliando retribuzioni e servizi sociali. Il taglio alle retribuzioni della nostra categoria passa anche attraverso la vicenda del “Comma 165”. L'epilogo di questa storia, stando al decreto Brunetta che disapplica la norma dal 2009, rischia di essere drammatico per il nostro reddito.
Lottiamo per riscriverne la fine a nostro vantaggio.