Agenzie Fiscali - Su la testa! Stato di agitazione e mozione assembleare (da votare e spedire via fax)

Roma -

Da due anni i Lavoratori delle Agenzie Fiscali sono senza contratto collettivo. La direttiva che doveva essere già da tempo inviata all'ARAN si è persa per strada, con il risultato che il rinnovo non ci sarà neanche nel 2007. Malgrado le circa ventimila firme raccolte la scorsa primavera per chiedere la riforma delle regole del comma 165, non è stata prevista nessuna norma per la stabilizzazione del salario accessorio né in finanziaria né con altri provvedimenti legislativi. È questo l'ultimo regalo del ministro Padoa-Schioppa al quale evidentemente è stato possibile disegnare una manovra punitiva con il silenzio-assenso del viceministro Visco.

 

Non c'è un piano per le assunzioni, malgrado il governo abbia detto di voler fare della lotta all'evasione fiscale il punto di forza della sua politica fiscale. Dopo una fugace apparizione, gli stanziamenti per le assunzioni nel triennio 2008-2010 sono spariti e ciò ha avuto immediatamente l'effetto di ridurre drasticamente il numero di posti da mettere a concorso per le progressioni dalla II alla III area.

 

Cosa ci resta?

 

Ci restano gli attacchi mediatici, grazie ai quali oggi la categoria dei Lavoratori del Fisco vale agli occhi della collettività meno di zero. A leggere i giornali siamo i dipendenti pubblici più assenteisti, e questa accusa risuona oggi quando ancora non si è spenta l'eco della campagna diffamatoria che ci riguardò qualche mese fa con la vicenda dello spionaggio fiscale.

 

Ci resta l'imbarazzante silenzio dei nostri vertici, forse troppo impegnati a produrre statistiche sull'assenteismo che nelle intenzioni di chi le ha prodotte dovevano essere la nostra carta di difesa e invece sono diventate la leva per sostenere le ragioni dell'accusa. Tentativo maldestro da parte di chi ha peccato di troppa ingenuità o forse di eccessiva malizia.

 

Ci restano le parole risuonate a Genova quando si è celebrato il settennato delle Agenzie Fiscali e si è sentito dire che i Lavoratori del Fisco usufruiscono di troppi permessi ex legge 104.

 

Ci restano aumenti salariali vergognosi in nome dei quali si vorrebbe addirittura portare i Lavoratori in piazza. Quando arriveranno, se arriveranno, quegli aumenti piuttosto che il giusto riconoscimento alla professionalità dimostrata saranno poco più di un'elemosina.

 

Ci resta un ordinamento professionale incerto e raffazzonato, incapace di rispondere in modo coerente al diritto alla carriera dei Lavoratori del Fisco.

 

Ci resta il decentramento delle funzioni catastali che i Comuni si stanno accaparrando senza preoccuparsi minimamente del futuro di undicimila colleghi del Territorio. Né se ne preoccupa il governo, né sembrano molto preoccupate le altre parti sociali in causa.

 

Ci restano le scelte aziendali compiute per il prossimo triennio 2008-2010 alle Entrate, che prevedono il depotenziamento dell'area servizi, cioè la chiusura dei front office.

 

Ci resta l'immobilismo delle Dogane, dove i Lavoratori attendono lo sblocco delle progressioni quando intanto è stato chiesto loro uno sforzo notevole per sostenere la lotta alle contraffazioni.

 

Ci resta la situazione paradossale dei Monopoli, dove la trasformazione in EPE (Ente Pubblico Economico) prevista dalla manovra finanziaria arriverà prima che i Lavoratori possano avere la prima progressione della loro vita.

 

A fronte di questa situazione, senza alcuna possibilità di avere il sostegno della parte politica e l'appoggio della nostra amministrazione, una cosa ancora ci resta da fare, per provare a rovesciare il corso degli eventi:

 

STATO DI AGITAZIONE DEI LAVORATORI DEL FISCO IN TUTTI I POSTI DI LAVORO!

 

È opportuno organizzare forme di protesta capillari, dare vita a un autunno del dissenso che dia voce al disagio dei Lavoratori. Ricordate la stagione di protesta che ci portò a ottenere il primo contratto per le Agenzie: quello fu il primo passo, ma da allora quanta strada siamo riusciti a fare?

 

È opportuno dare vita a iniziative capaci anche di intercettare il consenso dei cittadini. Riuscire a parlare con loro, significa potergli spiegare qual è la truffa delle campagne contro i dipendenti pubblici, qual è la truffa del decentramento catastale, qual è il destino dello Stato Sociale se muore la Pubblica Amministrazione e se si uccide la dignità dei suoi Lavoratori.